Comunicato stampa - 8 marzo, 2005
Greenpeace aderisce all'iniziativa della "Rete di collegamento Rifiuti Zero" che organizza a Roma domani, mercoledì 9 marzo, un sit-in [ ore 11-14 ] e una conferenza stampa [ ore 11,30 ] davanti a Montecitorio in coincidenza con il dibattito parlamentare sulla questione rifiuti in Campania.
"Rifiuti zero": un'alternativa all'incenerimento concreta e praticata.
Per l'occasione saranno a Roma i comitati popolari e le realtà
di base di molte regioni, fra cui Campania, Toscana, Lazio,
Sicilia, Calabria, Romagna, Emilia, Piemonte, Liguria, Trentino,
Veneto. La Rete nazionale di collegamento di comitati popolari,
realtà di base e associazioni si è costituita nel 2004 per
denunciare e contrastare l'attuale politica di gestione dei
rifiuti, incentrata sull'incenerimento dei rifiuti urbani e
industriali. In alternativa, la Rete propone la strada virtuosa
"Rifiuti Zero", concretamente possibile attraverso: il cambiamento
del sistema di produzione delle merci nella direzione di cicli
puliti; un ridotto utilizzo di materia ed energia; la riduzione dei
rifiuti, in particolare di quelli pericolosi.
È quanto stanno concretamente realizzando città e regioni in
Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda che, in un arco di
tempo relativamente breve (in genere 5 anni o meno), hanno ottenuto
riduzioni molto significative di smaltimento in discarica - fino al
70% - senza ricorrere a impianti di incenerimento. Per esempio
Halifax, una cittadina di 350.000 abitanti in Canada, ha raggiunto
ben il 61% di riduzione della quantità di rifiuti destinati allo
smaltimento finale; Edmonton, 900.000 abitanti nello stato di
Alberta, ha raggiunto il 70% nel 2000. Nel Regno Unito, l'Essex è
stata la prima contea ad adottare il target del 60% entro il 2007.
Secondo Peter Jones, direttore della locale compagnia di gestione
rifiuti, "la maggior parte dei cittadini dei paesi industrializzati
considera realistico l'obiettivo minimo del 60% di rifiuti urbani
da destinare al riutilizzo e riciclo anziché in discarica".Per
illustrare l'opzione "Rifiuti Zero" e le esperienze avviate nel
mondo, sarà di nuovo in Italia il prof. Paul Connett per un giro di
conferenze a partire dal 29 maggio.
"Tra gli obiettivi promossi dalla Rete nazionale di
collegamento, sosteniamo in particolare il NO alla proliferazione
degli inceneritori e all'incenerimento in tutte le sue forme in
favore delle alternative praticabili - dice Vittoria Polidori,
campagna Inquinamento di Greenpeace - E insieme alla Rete
denunciamo la nocività e le malattie riconducibili all'attuale
gestione dei rifiuti, drammaticamente rappresentata in molte
regioni, a partire dalla Campania". Greenpeace insieme alla Rete
chiede: la riduzione della produzione dei rifiuti, a favore di
raccolta differenziata, riutilizzo e riciclaggio; il blocco delle
produzioni nocive; la promozione e adozione di alternative pulite
basate sul modello "Rifiuti Zero", ormai diffuso in diverse parti
del mondo; il blocco delle sovvenzioni e degli incentivi
all'incenerimento (Cip 6 - Certificati verdi), da dirottare invece
verso programmi di riduzione e di riciclaggio.
L'incenerimento dei rifiuti comporta infatti, oltre ai costi
sanitari e ambientali documentati, anche costi economici molto
elevati. Se non ricevesse gli aiuti statali nella forma di CIP6 o
di certificati verdi pagati dai contribuenti l'incenerimento non
sarebbe certamente in grado di stare sul mercato. Approfondimenti
sulle alternative all'incenerimento e sulle esperienze in atto sono
sul sito http://www.no-burn.org/resources/links.html.