Comunicato stampa - 27 novembre, 2006
Nonostante gli allarmi sullo stato del tonno rosso, l’Iccat (Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico) si è schierata dalla parte dell’industria, contro la scienza e il buonsenso, e ha stabilito una quota di pesca di 29 mila tonnellate che supera di quasi due volte quella raccomandata.
Il tonno rosso nel Mediterraneo è minacciato da uno dei più alti tassi di pesca illegale nel mondo, con catture per oltre 50 mila tonnellate nonostante la quota legale dell'anno scorso fosse fissata a 32 mila tonnellate.
L'Ue, sotto la pressione di Francia e Italia, durante la
riunione dell'Iccat a Dubrovnik, ha fatto fallire tutti i tentativi
di regolare seriamente la pesca al tonno nel Mediterraneo. La
Commissione si è pure opposta al divieto di pesca durante la
stagione della deposizione delle uova.
"L'industria della pesca del tonno nel Mediterraneo vuole
continuare i propri affari come se nulla stesse accadendo,
distruggendo il suo stesso futuro", afferma Alessandro Giannì,
responsabile Campagna Mare Greenpeace Italia. "Con i soldi pubblici
hanno creato una flotta mostruosa che non sanno controllare. Ce ne
vorranno altrettanti per lo smantellamento quando arriveremo al
collasso dello stock."
Il cosiddetto "piano di recupero" proposto dall'Unione Europea
non prevede una diminuzione cospicua della pesca né una protezione
significativa del tonno rosso durante la stagione di
riproduzione.
Oltre a ignorare le raccomandazioni scientifiche, di pescare
annualmente soltanto 15 mila tonnellate di tonno, i funzionari Ue
hanno anche bloccato i tentativi di fermare la pesca pirata. Il
tonno rosso nel Mediterraneo è minacciato da uno dei più alti tassi
di pesca illegale nel mondo, con catture per oltre 50 mila
tonnellate nonostante la quota legale dell'anno scorso fosse
fissata a 32 mila tonnellate.
Lo stato della pesca del tonno rosso nel Mediterraneo è un altro
esempio del fallimento dei governi e delle Organizzazioni Regionali
della Pesca, come l'Iccat, di garantire la gestione sostenibile
delle risorse marine. "Il piano europeo rappresenta un'amnistia per
i pirati e una condanna a morte per i tonni rossi del Mediterraneo"
conclude Giannì.