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Secondo blitz al WEC contro investimenti Enel nel nucleare

Comunicato stampa - 15 novembre, 2007
Greenpeace colpisce ancora al World Energy Congress. Dopo il blitz di domenica scorsa, un nuovo striscione si è aperto sulla testa di Fulvio Conti: “ENEL: Do Not Export Nuclear Risk”, per denunciare l’intenzione di Enel di investire oltre 4 miliardi di euro in fatiscenti reattori nucleari sovietici anni 70, e chiedere alla compagnia di non esportare all’estero lo stesso rischio nucleare a cui gli italiani hanno detto NO vent’anni fa. I responsabili della campagna Nucleare di Greenpeace International Jan Beránek e della campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia Francesco Tedesco, che assistevano al convegno, mentre Fulvio Conti parla, sono circondati e tenuti a vista dalle forze dell’ordine, portati fuori dalla struttura, impedendogli di essere intervistati dai giornalisti.

Attivisti di Greenpeace in azione al WEC contro gli investimenti ENEL sul nucleare a Belene e Mochovce. Il congresso è stato bloccato per mezz'ora per consentire la rimozione del nostro striscione.

Enel intende completare due reattori nucleari a Mochovce, in Slovacchia, e un'altro a Belene, in Bulgaria. Il primo progetto consiste in due reattori nucleari di seconda generazione senza alcun guscio di contenimento per prevenire la fuoriuscita di materiale radioattivo in caso di incidente grave, come l'impatto di un aereo. Il secondo è un reattore che sorgerà in un'area sismica, dove nel 1977 un terribile terremoto provocò la morte di circa 120 persone.

"Nonostante la maggior parte dei reattori nucleari in Europa occidentale abbia un guscio di contenimento e i recenti progetti prevedano un doppio guscio, a Mochovce Enel intende completare reattori obsoleti senza alcuna protezione" afferma Jan Beranek, Responsabile Campagna Nucleare di Greenpeace International. Questo 'doppio standard' è assolutamente inaccettabile. In Finlandia, ad esempio, per la centrale in costruzione a Olkiluoto, l'autorità di sicurezza nucleare ha richiesto un ulteriore rafforzamento del guscio di contenimento. I progetti di Olkiluoto e Mochovce hanno circa lo stesso costo, ma il secondo non ha alcuna protezione contro possibili attacchi terroristici.

"Il Primo Ministro, On. Romano Prodi, ha affermato proprio qui al WEC che l'Italia porterà avanti solo la ricerca nel nucleare, ma dimentica di rispondere alla nostra denuncia" aggiunge Giuseppe Onufrio, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. "Il Governo, azionista di maggioranza in Enel con oltre il 30% delle azioni, non sta facendo nulla per impedire che la Società esporti all'estero lo stesso rischio nucleare a cui gli italiani hanno detto no vent'anni fa. Forse per Prodi bulgari e slovacchi sono cittadini di seconda classe?".

"Il Governo, in qualità di azionista di maggioranza, dovrebbe far recedere Enel da qualsiasi investimento nel nucleare. Ad oggi non capiamo se è il Governo a governare le scelte del Gruppo, o viceversa" afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace.

In Italia la prima fonte "rinnovabile" è l'efficienza energetica: con essa negli usi finali economicamente convenienti si potrebbero abbattere i consumi del 20 per cento al 2020, risparmiando circa 100 TWh (miliardi di chilowattora) pari alla produzione di 15 centrali da 1000 MW all'anno.

Greenpeace continuerà a organizzare proteste pacifiche per contrastare una politica che con la scusa del clima serve solo a salvare una fonte energetica costosissima e pericolosa, le cui criticità rimangono ancora irrisolte dopo 60 anni di investimenti buttati dalla finestra.