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Posidonia. Trapianto letale

Pubblicazione - 2 agosto, 2007
Con questo rapporto, Greenpeace chiede maggiori tutele per le praterie di posidonia ricche di biodiversità e importanti per l'equilibrio dei fondali. Denuncia l'abuso della pratica del trapianto dei posidonieti. E analizza, nel dettaglio, il caso di S. Marinella: 320.000 piantine impiantate e provenienti dalla "prateria di Mattonara" nel porto di Civitavecchia; un tasso dichiarato di successo del trapianto pari al 60 per cento. E delle foto sconfortanti che destano qualche sospetto. E documentano un vero e proprio crimine ambientale.

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Executive summary:

Conosciuta come "alga" nastriforme, la posidonia oceanica è in realtà una pianta che vive solo nel Mediterraneo. Le praterie di posidonia sono un tesoro da tutelare: ospitano una grande biodiversità, stabilizzano il fondale e smorzano il moto ondoso, mitigando l'erosione dei litorali.

La posidonia è protetta dalla Direttiva Habitat (Dir. UE 92/43): la semplice presenza di una prateria di posidonia è sufficiente - o quasi - a far dichiarare un tratto di costa Sito d'Interesse Comunitario (SIC).

La pesca - in particolare quella a strascico - gli scarichi tossici inquinanti e il fango minacciano la posidonia. In generale, ogni intervento effettuato lungo le coste ha effetti su questo tipo di habitat. E troppo spesso - come semplice misura compensativa - si ricorre all'espianto e al successivo reimpianto del posidonieto. Ma gli esperti dicono che il trapianto dovrebbe essere effettuato solo in specifiche condizioni. E in ogni caso, non più del 40 percento delle piantine sopravvive al trauma.

Greenpeace ha analizzato il caso di S. Marinella, effettuando una ricognizione sul sito nel quale sono state "trapiantate", tra l'agosto del 2004 e il febbraio del 2005, circa 320.000 piantine di posidonia. Le piante provenivano dalla "prateria di Mattonara", che ha dovuto cedere il posto all'ampliamento del porto di Civitavecchia. Durante il sopralluogo, Greenpeace ha rilevato una situazione di elevato degrado: il confronto tra le foto della rigogliosa prateria prima dell'espianto e i radi popolamenti del "trapianto di S. Marinella" mettono in discussioni i tassi di sopravvivenza dichiarati superiori al 60 per cento.

Greenpeace ritiene che sia ora di proteggere veramente la posidonia. Ci sono gli estremi per ricorrere alla magistratura, nazionale e comunitaria, nel caso si voglia insistere con operazioni come quelle descritte in questo documento. Queste operazioni dovrebbero esser dichiarate fuorilegge.

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