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L'industria del legno nelle foreste del Congo: il caso Sodefor

Pubblicazione - 22 maggio, 2007
La Sodefor fa parte del colosso del legno Nord-Sud Timber (NST) che controlla direttamente 4,7 milioni di ettari di foresta in quattro province della Repubblica Democratica del Congo. Tra il 2002 e il 2003 la NST ha riorganizzato l'assetto dei propri titoli di taglio, abbandonando aree di foresta ormai improduttive e ottenendo nuove concessioni a dispetto della moratoria introdotta nel 2002: quasi il 65 per cento delle aree forestali attualmente controllate dal gruppo - 3 milioni di ettari - non erano oggetto di concessione prima del 2002.

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Executive summary:

Il gruppo NST gioca con le parole: preferisce non parlare di nuove attribuzioni, ma di semplice ridefinizione dei vecchi titoli. La realtà è che si tratta di titoli nuovi di zecca, concessi in violazione della moratoria del 2002 e del codice forestale vigente, senza un piano di destinazione d'uso del territorio, che avrebbe invece garantito una gestione più responsabile ed equa delle foreste.

Molti dei titoli del gruppo NST si trovano all'interno di paesaggi forestali intatti o in altre aree di grande valore ambientale. In molte di queste aree ci sono villaggi o foreste tradizionali delle comunità indigene dei Pigmei.

La sede operativa della Sodefor - una delle imprese del gruppo NST - si trova a Nioki, nella provincia di Bandundu.

La miseria e lo stato di abbandono della città la dicono lunga sulle ricadute economiche dell'industria forestale sulle popolazioni locali. E basta dare un'occhiata ai contratti di responsabilità sociale che la Sodefor "negozia" con gli abitanti dei villaggi, per cogliere la portata delle ingiustizie sociali che si celano dietro lo sfruttamento delle foreste del Congo: in cambio di alcune regalie - per un valore commerciale quasi sempre inferiore ai 100 dollari - le comunità devono sottoscrivere la rinuncia a qualsiasi forma di protesta verso le attività dell'impresa e gli abitanti dei villaggi devono assumersi la responsabilità del buon funzionamento delle operazioni e di qualsiasi eventuale ostruzionismo o interferenza.

Non esiste neanche una vera e propria ricaduta occupazionale perché l'impresa si fa seguire dai suoi impiegati e i pochi assunti restano eterni apprendisti e lavorano per 70 centesimi di dollari al giorno senza un vero contratto e senza garanzie.

Le foreste della Repubblica Democratica del Congo sono a un bivio: l'industria del legno si appresta a diventare l'attività economica dominante in gran parte della foresta, lasciando dietro di sé una scia di problemi ambientali e sociali.

Il governo della RDC e la cooperazione internazionale devono riconoscere che questo modello è fallimentare e muoversi rapidamente verso un modello alternativo.

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