Non tutti sanno che fra le aziende maggiormente responsabili della crisi climatica c’è Eni, la compagnia petrolifera italiana.
Il colosso si presenta come un’azienda green e all’avanguardia, ma non dice tutta la verità sui suoi piani… che sono molto black!
Basta grattare la patina verde con cui Eni cerca di verniciare la propria identità, per scoprire che ha in programma di continuare a investire in pozzi di gas e petrolio e bruciare fonti fossili: tutte attività incompatibili con la difesa del clima.
Con il 30% di partecipazione statale, però, possiamo dire che tutti noi siamo “azionisti” dell’Ente Nazionale Idrocarburi, e abbiamo il diritto di chiedergli di cambiare: è ora di smetterla con gas e petrolio e di puntare su progetti green seri e concreti.
Il gigante italiano del petrolio è la prima azienda per emissioni di CO2 in Italia, una responsabilità bella grande per un’azienda partecipata dallo Stato, non trovate?
Nel 2018 Eni ha infatti emesso complessivamente 537 milioni di tonnellate di CO2, praticamente più dell’Italia, che segnava 428 (inclusa la quota Eni di emissioni prodotte in Italia).
Non solo: nel suo piano industriale ci sono ancora quasi solo investimenti per l’estrazione di idrocarburi, mentre alle rinnovabili, tanto decantate nei propri slogan, vanno solo le briciole.
Al posto di dare un taglio alla CO2 con investimenti green, la compagnia preferisce “compensare” le proprie emissioni, con riforestazione e stoccaggio di CO2: finte soluzioni, pericolose e costose, che non ci portano da nessuna parte.
Eni è un gigante della produzione di idrocarburi nel mondo ed è una delle più grandi aziende quotate in borsa: il suo maggiore azionista è proprio lo Stato Italiano, attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (4,37%) e Cassa Depositi e Prestiti SPA (25,96%).
In pratica, si può dire che tutti noi siamo azionisti di Eni!
E’ nostro diritto sapere che investimenti vuole fare nei prossimi anni e incidere sulle sue scelte.
Una pennellata di verde non basta a salvare il Pianeta dai peggiori effetti dei cambiamenti climatici, ma occorre una svolta radicale: se Eni decidesse di ridurre drasticamente le proprie emissioni di CO2 nei prossimi anni decisivi, farebbe una rivoluzione. Un piccolo passo per Eni può essere un grande passo per il Pianeta.
Le bugie, soprattutto in fatto di clima, hanno le zampe corte e noi lo abbiamo capito. Eni può e deve smettere di alimentare l’emergenza climatica! Chiediglielo anche tu.
Firma oraInvestire nelle fonti fossili vuol dire continuare a condannare il Pianeta alle conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici. Tingersi di verde non basta, se le proprie scelte sono solo nere come il petrolio.
Guarda il videoIl Cane a sei zampe ha deciso di non aprire le porte della sua Assemblea degli azionisti, noi invece abbiamo deciso di raccontare pubblicamente quello che Eni non dice.
Guarda il videoLe bugie, soprattutto in fatto di clima, hanno le zampe corte e noi lo abbiamo capito. Eni può e deve smettere di alimentare l’emergenza climatica! Chiediglielo anche tu.
Investire nelle fonti fossili vuol dire continuare a condannare il Pianeta alle conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici. Tingersi di verde non basta, se le proprie scelte sono solo nere come il petrolio.
Il Cane a sei zampe ha deciso di non aprire le porte della sua Assemblea degli azionisti, noi invece abbiamo deciso di raccontare pubblicamente quello che Eni non dice.