Ce l’abbiamo fatta. A un mese e mezzo dal disastro della Costa Concordia abbiamo finalmente un decreto per regolare la navigazione in aree sensibili e assicurare la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. La notizia è giunta mentre eravamo all’Isola del Giglio a incontrare il Ministro dell’Ambiente, Clini, in visita alla popolazione locale. E non poteva esserci migliore annuncio davanti al gigantesco relitto della Concordia: le nuove norme impediranno che disastri del genere possano ripetersi in aree protette!

Dopo le 34.571 mail inviate dai nostri cyberattivisti con la petizione “Sbrigati Ministro. Il ritardo Costa”, il decreto “rotte sicure” è stato finalmente emanato dal Ministro dei Trasporti, Passera, di concerto con il Ministro dell’Ambiente, Clini. Da oggi navigazione, ancoraggio e sosta per tutte le navi merci e passeggeri di stazza superiore alle 500 tonnellate saranno vietati in una fascia di mare che si estende per due miglia marine dai limiti esterni di parchi e aree protette a livello nazionale, sia marine che costiere.

Ma non è tutto. Questo decreto è una vittoria importante per il Santuario dei cetacei, dove il triste naufragio della Concordia è accaduto. Per anni abbiamo denunciato che quest’area, ricca di balene e delfini, non fosse adeguatamente protetta. Oggi finalmente, grazie a questo nuovo decreto, l’ingresso e la navigazione nel Santuario dei Cetacei di navi che trasportano su ponti scoperti sostanze pericolose saranno permessi solo se verranno adottati specifici sistemi di ritenuta del carico per prevenire le perdite accidentali. È quello che è accaduto qualche mese fa nel drammatico incidente della nave cargo della Grimaldi Lines al largo della Gorgona.

Ha vinto Greenpeace e la difesa del Mediterraneo. Hanno vinto tutti i cyberattivisti che hanno partecipato attivamente a questa campagna e ci hanno aiutato a fare pressione sul Ministro.

I nostri sforzi nel denunciare il pericoloso traffico navale nel Santuario, il suo inquinamento, e adesso il pericolo rappresentato dal relitto della Costa Concordia sono serviti. Siamo riusciti a impedire inutili accordi volontari con gli armatori, ottenendo invece una norma vera.

Il nostro lavoro naturalmente non finisce qui. Per risolvere tutti i problemi del Santuario, il Ministero dell’Ambiente dovrà convocare al più presto tutti i soggetti interessati per discutere le misure necessarie a farlo diventare una vera area protetta. Regione Liguria e Toscana, che si affacciano sull’area, non hanno rispettato l’ impegno di convocare un tavolo istituzionale sul Santuario entro la fine di febbraio. Il tempo è scaduto. È ora di ripensare a come proteggere il Santuario al 100%: alcune misure precise potrebbero essere adottate già nel breve periodo. Bisogna solo volerlo.

Ora che le nostre coste sono al sicuro da nuovi disastri come quello della Costa Concordia, cosa succede con quello in corso? Il relitto della nave è ancora lì e rappresenta una grave minaccia per il mare del Santuario: anche se il carburante è stato quasi tutto rimosso, come abbiamo evidenziato nel nostro rapporto “Toxic Costa” sono molte altre le sostanze pericolose che contiene. Ecco perché abbiamo accolto con piacere quanto ci ha detto il Ministro Clini durante il nostro incontro al Giglio: “la nave deve essere portata via intera e nel più breve tempo possibile”. Proprio quello che ha chiesto Greenpeace già dal primo giorno del naufragio.

  Giorgia Monti,
  responsabile campagna Mare

 

 

 

SOSTIENI GREENPEACE
Porta avanti le nostre campagne e aiutaci a ottenere altre importanti vittorie come questa