Le nostre navi

Fin dal 1971 le nostre navi hanno attraversato gli oceani per difendere il nostro prezioso pianeta. Oggi sono fondamentali per le nostre Campagne e ci aiutano a intraprendere azioni pacifiche in tutto il mondo.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi a Greenpeace? Per molte persone è una nave verde con un arcobaleno luminoso dipinto sulla prua.

Da quando il nostro primo equipaggio salpò a bordo di un vecchio peschereccio per fermare un test nucleare nell’isola di Amchitka, al largo dell’Alaska, le navi sono diventate centrali nelle nostre Campagne. Ogni giorno solcano gli oceani per testimoniare e agire contro la distruzione e l’inquinamento inflitti al nostro pianeta

Le nostre navi hanno protetto le balene da arpioni mortali e hanno intercettato navi con a bordo carichi di legname illegale proveniente dalla deforestazione. Hanno difeso gli oceani dalle attività di pesca illegale, compiuto spedizioni scientifiche per studiare i fondali marini, bloccato i porti per impedire loro di ricevere carichi di OGM. Grazie alle nostre navi siamo riusciti a ottenere successi importanti che non sarebbero mai stati possibili senza.

RAINBOW WARRIOR III

La nuova ammiraglia di Greenpeace è la prima nave – dopo il Beluga II dell’ufficio tedesco – costruita appositamente per portare avanti le sue campagne. Per tenere al minimo il consumo di carburanti e farne un mezzo di trasporto verde e sostenibile, è dotata di un rivoluzionario sistema di alberatura che sorregge 1260 metri quadrati di vele. È equipaggiata con le più moderne tecnologie di comunicazione, un eliporto a poppa e due scialuppe di salvataggio. Tutte le sue componenti sono state inoltre studiate per facilitare l’opzione d’uso più sostenibile. Gli oltre 400 mila componenti della nave sono stati acquistati o costruiti con il sostegno concreto dei donatori dell’associazione, grazie a una grande campagna di raccolta fondi. La Rainbow Warrior III viene varata nell’ottobre 2011: da allora, ha già compiuto più volte il giro del globo.

ARCTIC SUNRISE

Rompighiaccio in servizio dal 1996, è una delle tre navi dell’attuale flotta. Dopo alcune missioni contro le trivellazioni petrolifere offshore, è la prima nave nel 1997 a circumnavigare l’isola di James Ross, in Antartide, rimasta isolata dal continente per lo scioglimento dei ghiacci. Nel 2014 è nel mare Artico, ancora contro le trivellazioni petrolifere, dove verrà sequestrata per otto mesi dalle Autorità russe (è la vicenda degli “Arctic 30”).

WITNESS

È la nave più nuova ed ecologica della flotta di Greenpeace. Con i suoi 22,5 metri di lunghezza, è anche la più piccola e – grazie alla chiglia e al timone sollevabili – è in grado di navigare in acque poco profonde, inaccessibili alle imbarcazioni più grandi. Costruita nel 2003 in Sud Africa e precedentemente conosciuta come Pelagic Australis, la Witness è stata lanciata nei colori di Greenpeace nel 2021 e ha intrapreso le sue prime operazioni di campagna all’inizio del 2022 a seguito di una riconversione ecologica, che include miglioramenti come pannelli solari, turbine eoliche e un sistema ottimizzato di gestione dell’energia.

BELUGA II

© Greenpeace / Christian Åslund

Come la nave che l’ha preceduta, Beluga II prende il nome dal caratteristico cetaceo bianco, simile a un delfino. È un motoveliero a due alberi lungo 33 metri a forma di clipper olandese: dal fondo piatto e con un pescaggio ridotto, possiede allo stesso tempo eccellenti proprietà veliche. Ciò significa che può essere utilizzata in modo flessibile sui fiumi e in mare, nelle acque costiere e nelle zone di acque poco profonde. Dotata di tecnologie innovative, Beluga II è stata costruita appositamente per Greenpeace Germania e viene utilizzata come nave a vela costiera nel Mar del Nord e nel Mar Baltico, nonché nelle acque interne europee. Il porto di partenza è Amburgo.

LE ALTRE NAVI

Le navi ormai in disuso che sono state al centro delle nostre Campagne e che hanno svolto un ruolo fondamentale nella difesa della pace e nella protezione dell’ambiente.

PHYLLIS CORMACK

La prima nave di Greenpeace prende il nome della moglie del capitano John Cormack, che la noleggia all’associazione. Con un equipaggio di sole dodici persone cerca di impedire un test atomico USA nell’isola di Amchitka: non ci riesce, ma i test saranno subito dopo fermati. Fino all’ultimo le autorità canadesi provano a impedirne la partenza con vari pretesti: avendo l’assicurazione come peschereccio viene autorizzata a condizione che peschi…

VEGA

La storia di questo veliero di dodici metri inizia il 30 aprile 1972. David McTaggart issa le vele e punta su Mururoa, dove i francesi stavano per compiere test atomici in atmosfera. Con la sua presenza, la Vega impedisce fisicamente gli esperimenti facendoli ritardare. La foto del pestaggio degli attivisti a bordo da parte dei militari francesi, durante un’azione dell’anno successivo, porta il nome di Greenpeace sui giornali di tutto il mondo.

JAMES BAY

Ex cacciamine della Marina militare canadese in servizio dal 1944, viene noleggiato nel 1976 per azioni contro la caccia alle balene praticata dall’Unione Sovietica. Più veloce del Phyllis Cormack, è maggiormente adatto a inseguire le baleniere. Di ritorno da una di queste missioni, l’equipaggio avvista un sottomarino che tallona la nave per una settimana. Rimane a tutt’oggi misterioso il motivo del pedinamento e la nazionalità del mezzo.

OHANA KA

Cacciasommergibili. Prima nave a essere acquistata dall’associazione e la più veloce di sempre (capace di raggiungere i 20 nodi), è stata impiegata per un solo anno, nel 1977. Era necessaria una nave veloce per tallonare la flotta baleniera sovietica per oltre una settimana e lanciare i gommoni davanti alla prua della nave: in questo modo non venne uccisa nemmeno una balena. La nave è stata poi ormeggiata a San Francisco e successivamente rivenduta.

SIRIUS

La Sirius entra nella flotta di Greenpeace negli anni Ottanta grazie anche all’aiuto del WWF. Utilizzata principalmente in Europa, interviene contro lo scarico di rifiuti radioattivi nell’Oceano Atlantico e tenta di bloccare il trasporto di scorie nucleari dall’Italia all’impianto di trattamento di Sellafield, in Gran Bretagna. Non solo azioni clamorose; per alcuni anni compie un tour estivo nel Mediterraneo per sensibilizzare i turisti.

CEDARLEA

Ex peschereccio, entra nella flotta nel 1982: al largo di Brighton, in Gran Bretagna, cerca di fare pressione insieme alla Sirius sull’assemblea annuale della Commissione Baleniera Internazionale. Vittoria: viene bandita la caccia alle balene! In seguito interviene contro lo scarico di rifiuti radioattivi nel Nord Atlantico e quello di rifiuti tossici al largo della costa belga. Monitora poi gli scarichi dell’impianto di trattamento delle scorie nucleari di Sellafield.

MOBY DICK

Da peschereccio diventa – in sole due settimane – una nave impegnata in azioni dimostrative. È il 1986 e non c’è tempo da perdere: bisogna salvare le balene del mare di Barents dalle baleniere norvegesi. Il Moby Dick serve poi da base per fermare le navi con armi nucleari a bordo, come la sovietica Kattegat o la statunitense Ticonderoga. In Italia arriva nei primi anni Novanta per la campagna contro le reti “spadare”: il successo è anche merito suo.

GREENPEACE

Ex rimorchiatore oceanico, viene donato a Greenpeace dall’associazione dei piloti del Maryland per la campagna Antartide, anche se la sua prima missione è andare a Mururoa per tentare di fermare i test atomici, in sostituzione della Rainbow Warrior, appena affondata dai servizi segreti francesi. Entra in azione anche nel Mediterraneo contro le spadare e per ostacolare lo scarico di rifiuti tossici. In pensione dal 2001, è ora una nave museo a Maassluis (Olanda).

GONDWANA

Con questa nave Greenpeace va in Antartide, dove realizza una base per chiedere l’istituzione di un’area protetta internazionale: battaglia vinta. Particolarmente adatta per operare al Polo, ha un’autonomia di 36 giorni in mare aperto. Viene dotata di un hangar per l’elicottero per facilitare il rifornimento della base artica. Compie quattro viaggi in Antartide: in due di questi è impegnata anche a contrastare le baleniere giapponesi che incontra sulla rotta.

SOLO

Rimorchiatore oceanico, costruito nel 1976 e impiegato nei primi anni Novanta, all’inizio contro la caccia alle balene norvegese, quindi nell’Artico, per testimoniare trent’anni di scarico irresponsabile di rifiuti nucleari da parte della Russia. Insieme alla Moby Dick segue la nave Akatsuki Maru che porta il plutonio dalla Francia al Giappone. La sua ultima azione è al fianco della nave Altair, contro l’affondamento della piattaforma Brent Spar nell’Atlantico.

ESPERANZA

Ex nave militare russa, varata nel 1984 a Danzica e in servizio dal 2002 al 2022. Con i suoi 72 metri è stata la più grande nave della flotta di Greenpeace. Il nome è stato scelto dai sostenitori con una votazione sul Web. Si distingue nella campagna per difendere gli oceani, documentando la pesca illegale. È protagonista anche di battaglie contro i cambiamenti climatici e per fermare il traffico di legno illegale. Ha ospitato scienziati tedeschi per condurre importanti studi sull’acidificazione degli oceani.

RAINBOW WARRIOR I

Alla fine del 1977, con l’aiuto del WWF, Greenpeace acquista un’imbarcazione costruita nel 1955, la Sir William Hardy, presto ribattezzata “Rainbow Warrior”. Il riferimento è a una profezia dei nativi americani che parla di “guerrieri dell’arcobaleno” che salveranno il Pianeta dalla distruzione. La nave sarà impegnata per anni in confronti pacifici contro la caccia alle balene e i test atomici. Nel luglio 1985, si trova ad Auckland, in Nuova Zelanda, in attesa di fare rotta per Mururoa. Dove però non arriverà mai: il 10 luglio, infatti, due esplosioni squarciano lo scafo della nave ormeggiata ad Auckland. La Rainbow Warrior affonda e Fernando Pereira, fotografo di bordo, rimane ucciso. Le esplosioni sono chiaramente il frutto di un sabotaggio e l’attenzione cade subito sui servizi segreti francesi, le cui responsabilità saranno presto chiare. La nave, privata di tutto l’equipaggiamento, verrà definitivamente affondata vicino alle coste neozelandesi ed è oggi un rifugio e un santuario per la vita sottomarina.

RAINBOW WARRIOR II

Nel 1987 Greenpeace acquista una nuova nave con vele comandate meccanicamente per risparmiare carburante. Costruita nel 1957, la nuova Rainbow ha spazio per un equipaggio di trenta persone e può navigare ininterrottamente per trenta giorni. Viene varata ad Amburgo il 10 luglio 1989: dopo due anni di lavori e riparazioni è pronta per lottare in difesa del Pianeta. Negli anni, naviga contro la caccia alle balene, il riscaldamento globale e molti altri crimini contro l’ambiente in ogni parte del mondo. Presta anche soccorso alle vittime dello Tsunami. Dopo 22 anni di azioni non violente nei mari di tutto il Pianeta, la Rainbow Warrior II viene donata nel 2011 a Friendship, una ONG asiatica, che l’ha usata per alcuni anni come nave-ospedale nel Bangladesh per poi smantellarla nel 2018.