Cibo e agricoltura
Le pratiche agricole industriali e gli allevamenti intensivi consumano enormi quantità di acqua, contribuiscono al cambiamento climatico e divorano le foreste. Riparare il sistema alimentare è una grande sfida, è vero. Ma le soluzioni ci sono.
Oltre 45.000
Le morti premature causate dalle polveri sottili. L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti intensivi è la seconda causa di formazione del PM2,5
54%
La percentuale di emissioni di metano di origine antropica di cui l’agricoltura è responsabile in UE.
70%
La percentuale di suolo agricolo usato per produrre foraggi e colture destinate a diventare mangimi, e non cibo per le persone.
LA PRODUZIONE INTENSIVA DI CIBO: UN PROBLEMA AMBIENTALE E SOCIALE
Siamo ciò che mangiamo: il cibo è un bene primario, non solo necessario, ma anche legato a tradizioni e cultura. Il nostro modello di produzione del cibo, però, è cambiato molto nel tempo e oggi sappiamo che il sistema legato ad agricoltura industriale e allevamento intensivo è al tempo stesso vittima e carnefice dei cambiamenti climatici, e causa di impatti pesanti per ambiente, biodiversità e salute.
Il declino di impollinatori come le api, l’inquinamento di acqua, suolo e aria, la deforestazione, il consumo di risorse primarie, i pesticidi, gli OGM, l’uso di antibiotici, l’incremento di epidemie come l’aviaria, la sofferenza animale sono tutte facce della stessa medaglia: la produzione intensiva di cibo.
L’agricoltura è responsabile del 54% di tutte le emissioni di metano di origine antropica dell’UE (potente gas climalterante). L’allevamento intensivo impatta su acqua, aria e suolo attraverso le emissioni di ammoniaca e nitrati, e rappresenta il 73% dell’inquinamento idrico che deriva dall’agricoltura dell’UE. L’agricoltura è responsabile del 94% delle emissioni di ammoniaca, la maggioranza provenienti dal settore zootecnico: in Italia, l’ammoniaca prodotta dagli allevamenti intensivi costituisce la seconda causa di formazione di polveri sottili – PM2.5 – che causano ogni anno quasi 50.000 morti premature.
Oltre il 70% del suolo agricolo è utilizzato per produrre foraggi e colture destinate a diventare mangimi, non pane o pasta. Oltre il 60% dei cereali commercializzati in Europa diventa mangime per animali – spesso rinchiusi in allevamenti intensivi, non cibo per le persone.
Un modello sempre più intensivo, che danneggia anche gli agricoltori di piccola scala e concentra il controllo del settore agricolo e zootecnico nelle mani di pochi, a scapito anche della sovranità alimentare.
Un sistema che non ci possiamo più permettere e che insieme abbiamo il potere di cambiare: non solo con le nostre scelte quotidiane, ma facendo pressione su aziende e istituzioni per avviare la necessaria e urgente transizione verso un modello agroecologico di produzione del cibo.
IL NOSTRO IMPEGNO PER UN SISTEMA ALIMENTARE PIÙ SANO E PIÙ EQUO, PER IL PIANETA E PER LE PERSONE
Basta pesticidi
L’attuale sistema agricolo industriale basato sui pesticidi chimici, come i neonicotinoidi, non è più sostenibile. Questi pesticidi sono una minaccia per le api e per il ruolo fondamentale che esse hanno nella produzione alimentare. Senza api non ci sarebbe impollinazione, e senza impollinazione ⅓ del nostro cibo scomparirebbe.
Dopo anni di battaglie, siamo riusciti a ottenere la messa al bando di tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api, ma il loro uso è ancora consentito all’interno di serre permanenti. Inoltre è ancora permesso l’uso di altri neonicotinoidi nocivi per gli insetti impollinatori. C’è ancora molto da fare, ma un’agricoltura ecologica è necessaria e possibile.
Stop allevamenti intensivi, più fondi all’agroecologia
Le pratiche agricole industriali e gli allevamenti intensivi sono distruttivi e inquinanti ma un’alternativa è possibile.
Con l’agroecologia possiamo produrre cibo dove ce n’è più bisogno e nel rispetto della natura. Possiamo mantenere i terreni sani, coltivare la diversità biologica, migliorare la gestione dell’acqua e avviare un circolo virtuoso dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Un sistema che lavori con la natura e non contro di essa. E che finalmente metta al bando le pratiche di stampo intensivo e industriale che remano contro la salute del pianeta e delle persone.
Facciamo scelte alimentari che tutelino l’ambiente e la nostra salute
Ciò che mangiamo è una scelta personale, ma non ci viene mai mostrato il vero impatto che la nostra alimentazione ha sul pianeta. L’acqua usata per produrre un determinato cibo, i terreni sottratti alla natura e alle foreste per coltivarlo o per allevare: tutto quello che mangiamo ha un prezzo da pagare.
Oggi il sistema alimentare è fortemente orientato al consumo di carne e latticini, eppure i governi non si preoccupano di indirizzare le persone verso diete equilibrate. Non bisogna diventare a tutti i costi vegetariani o vegani, ma ridurre il consumo di carne e latticini è necessario e possibile. Basta volerlo.
Sì a un uso responsabile dell’acqua
L’acqua, come la terra, va usata in primis per coltivare cibo destinato alle persone e non per produrre mangime per gli animali rinchiusi in allevamenti intensivi. Oggi lo spreco di questa risorsa è davvero allarmante: in Europa ⅓ di tutta l’acqua usata nel settore agricolo è impiegata per la produzione di mangime. Gli allevamenti intensivi si confermano non solo una fonte di sofferenza per gli animali, ma anche la causa di un pessimo impiego di risorse ambientali vitali.
L’acqua è un bene fondamentale per la sopravvivenza della civiltà, degli ecosistemi e degli esseri viventi in tutto il mondo. E chi consuma in modo eccessivo risorse preziose, come gli allevamenti intensivi, deve cambiare.
STOP Allevamenti intensivi
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