Foreste
Proteggere le foreste significa salvaguardare la biodiversità e difendere i diritti dei popoli che le abitano. Ma c’è un motivo in più per tutelarle: le foreste sono uno dei mezzi più efficaci per contrastare gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.
420 MILIONI
Gli ettari di foreste che secondo le stime della FAO sono stati distrutti nel mondo tra il 1990 e il 2020. Un’area più estesa dell’Unione Europea.
2,6 MILIARDI
Le tonnellate di anidride carbonica che le foreste del pianeta assorbono. Quasi ⅓ di quelle rilasciate ogni anno dalla combustione di gas, petrolio e carbone.
80%
Percentuale di deforestazione nel mondo causata per fare spazio a pascoli e terreni destinati alla mangimistica, come la soia.
LE FORESTE DEL PIANETA SONO UN TESORO A RISCHIO
Custodi dell’80% della biodiversità con alberi, piante, insetti, uccelli e funghi che convivono in complessi ecosistemi, le foreste coprono ⅓ della superficie terrestre globale. Metà di esse è ancora intatta e ⅓ è costituito da foreste primarie, preziosi scrigni di biodiversità senza tracce significative di attività umane.
Oltre a essere cruciali per la flora e la fauna, le foreste sono la casa di milioni di persone, tra cui migliaia di popoli indigeni che da generazioni si battono per tutelare queste culle di biodiversità.
Le foreste, insieme agli oceani, rappresentano la nostra prima linea di difesa contro il cambiamento climatico e l’estinzione di numerose specie di piante e animali. Assorbono infatti ⅓ delle emissioni di CO2 causate dalla combustione di combustibili fossili (circa 2,6 miliardi di tonnellate), mentre la deforestazione rilascia gas serra nell’atmosfera contribuendo alla crisi climatica.
Purtroppo oggi le foreste sono in pericolo. La FAO stima che tra il 1990 e il 2020 siano stati distrutti 420 milioni di ettari di foreste nel mondo (un’area più grande dell’Unione Europea): una triste media di 10 milioni di ettari l’anno.
Le cause della deforestazione variano da regione a regione, ma hanno una causa comune: la volontà di mettere il profitto prima delle persone. Alcuni esempi? Agricoltura industriale e allevamenti di bestiame; produzione indiscriminata di legno, carta e prodotti monouso o di breve durata; estrazione di minerali, metalli e idrocarburi; costruzione di grandi infrastrutture come autostrade e mega-dighe. Ognuna di queste attività è responsabile della progressiva distruzione delle foreste e ogni giorno rappresenta un rischio per la sopravvivenza delle specie animali e vegetali che le abitano.
COSA STIAMO FACENDO PER LE FORESTE, IN ITALIA E NEL MONDO
EUDR: una vittoria storica per la tutela delle foreste
Dopo quattro anni di battaglie politiche, il 29 giugno 2023 è entrata in vigore la European Union Deforestation Regulation (EUDR), la normativa concepita per eliminare la deforestazione dalle catene di approvvigionamento dell’UE.
L’EUDR richiede per la prima volta alle aziende che immettono determinati prodotti e materie prime sul mercato comunitario di rintracciarne l’origine e dimostrare che non sono collegati alla distruzione o al degrado delle foreste. Si tratta di un importante passo avanti verso la protezione delle foreste del mondo, prime tra tutte le foreste pluviali dell’Amazzonia e dell’Indonesia.
Nei primi due anni dall’entrata in vigore la Commissione europea dovrà decidere se colmare alcune lacune del nuovo regolamento.
In prima linea per la foresta Amazzonica
La foresta Amazzonica è la foresta pluviale più grande al mondo. Ospita il 10% delle specie animali e vegetali conosciute sulla Terra e ha un ruolo fondamentale nel controllare il clima del pianeta. Basti pensare che immagazzina circa 100 miliardi di tonnellate di carbonio: più di dieci volte le emissioni globali annuali che derivano dai combustibili fossili.
Ogni anno aree enormi della foresta Amazzonica vengono bruciate per far posto a coltivazioni destinate alla produzione di mangimi e per fare spazio a pascoli di bovini. Gli incendi che ne derivano sono devastanti per il clima e per le popolazioni indigene che qui vivono da generazioni. Fermare tutto questo è una priorità che non può più attendere.
Dalla parte delle persone e dei popoli indigeni
Proteggere le foreste è anche una questione di diritti umani. Sono milioni le persone che dipendono dalle foreste per il proprio sostentamento, ma soprattutto le foreste sono anche la casa di centinaia di migliaia di popoli indigeni che da generazioni lottano per la loro preservazione.
La crisi del COVID-19 ha fatto luce sull’importanza della conservazione e dell’uso sostenibile della natura, riconoscendo che il benessere delle persone è collegato alla salute dell’ecosistema. Le foreste non sono vitali solo per piante, animali e popoli indigeni ma per tutti gli esseri umani. E come tali devono essere protette a ogni costo.
Nuova linfa per le aree urbane: le food forest
Le food forest sono coltivazioni multifunzionali che simulano in piccola scala un ecosistema boschivo a strati con frutteti, erbe medicinali, bacche, ortaggi e fiori. Rappresentano un modello per rinaturalizzare le aree urbane tramite i principi della permacultura e, oltre a promuovere la biodiversità, mirano ad avvicinare le persone alla natura e a rendere le città più resilienti al cambiamento climatico.
Le food forest di Greenpeace sono progettate per sostenere la biodiversità, con un focus particolare sulla tutela degli insetti impollinatori. Incorporano quindi arnie, bee/bug hotel, semine di fiori e di essenze arboree e arbustive: tutti elementi utili a scopo didattico e di biomonitoraggio.
Stop deforestazione!
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