Tapajós river, next to Sawré Muybu Indigenous Land, home to the Munduruku people, Pará state, Brazil.

Oggi, 22 maggio è la Giornata mondiale della biodiversità. La pandemia ci ha mostrato quanto la distruzione della natura possa condizionare la salute umana.

Purtroppo non si tratta di un evento isolato: l’anno scorso l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), organismo scientifico delle Nazioni Unite che si occupa di biodiversità e servizi ecosistemici, avvertiva dell’esistenza di circa 850 mila virus che potrebbero avere la capacità di trasferirsi alle persone, come avvenuto con Sars-Cov2

Forest remainders burning in an area registered by the last Prodes (Brazilian Amazon Satellite Monitoring Project), in Juara, Mato Grosso state.

Nel mondo, ogni due secondi un’area di foresta grande come un campo da calcio viene rasa al suolo soprattutto per produrre soia destinata alla mangimistica e far spazio a pascoli di bovini. Così, piante e animali unici rischiano di scomparire, la biodiversità viene distrutta e l’equilibrio naturale del nostro Pianeta viene compromesso in modo irreversibile. Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), braccio scientifico delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sono già un milione le specie animali e vegetali a rischio estinzione e l’80 per cento degli uccelli e dei mammiferi rischia di sparire proprio a causa della distruzione dei propri habitat, provocata dal comparto agricolo. 

Questa devastazione è particolarmente evidente in alcuni paesi, come il Brasile, dove per altro è appena iniziata la stagione secca, che dura fino a ottobre. È la più critica per la foresta, perché gli incendi, spesso appiccati dolosamente per fare spazio a nuove piantagioni e bestiame, si estendono più facilmente. Nei primi dieci giorni di maggio 2021 sono stati disboscati 1.157 chilometri quadrati di Foresta Amazzonica, il 43 per cento in più rispetto al mese scorso (aprile 2021). E tra cinque mesi l’Amazzonia potrebbe registrare un nuovo record negativo, dopo quello dell’anno scorso che fu il più alto dal 2008. 

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) avverte che il rischio di epidemie virali cresce in un mondo dove il delicato equilibrio tra esseri umani e microbi viene alterato da diversi fattori, tra i quali i cambiamenti del clima e la distruzione degli ecosistemi. I salti di specie (spillover) infatti, possono verificarsi con maggiore probabilità quanto gli equilibri naturali vengono messi a rischio. Ecco perché per proteggere la nostra salute dobbiamo fermare la distruzione della foreste del Pianeta. 

Cosa possiamo fare per fermare la distruzione e la perdita di biodiversità?

Innanzi tutto, possiamo ridurre la produzione e il consumo di carne. Inoltre, dobbiamo pretendere che l’Unione europea approvi una normativa che impedisca il commercio di prodotti e materie prime, come carne e soia, legate alla distruzione di ecosistemi di grande valore e alla violazione dei diritti umani.

International Amazon Day 2020 and Global Day of Action #ActForAmazon: Greenpeace Italy’s volunteers in Rome with a barbecue, a fake menù, a flag (‘Europe grilling, Amazon burning’) and a big hamburger “stuffed with deforestation” (logs, cows and a farm tractor).

Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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