Il Trattato globale sugli oceani ha finalmente raggiunto le 60 ratifiche necessarie per l’entrata in vigore di questo accordo storico. Tuttavia, manca ancora la firma dell’Italia, che ormai da quasi dieci anni non ratifica alcun accordo internazionale per la protezione del mare, come ha di recente denunciato un rapporto di Greenpeace Italia. 

«L’Italia purtroppo non è tra i 60 Paesi che hanno ratificato il Trattato. Nonostante le promesse e l’impegno a proteggere anche il 30% dei nostri mari entro il 2030, il governo italiano non ha nemmeno avviato il processo di ratifica del Trattato per la protezione degli oceani più importante che sia mai stato scritto», denuncia Valentina Di Miccoli della campagna Mare di Greenpeace Italia. «Ci chiediamo quali siano le reali intenzioni del nostro governo in materia di protezione della biodiversità marina perché finora non abbiamo avuto alcun segnale incoraggiante».

Attualmente solo lo 0,9% degli oceani del mondo è protetto, mentre in Italia appena lo 0,04% del mare è sotto rigorosa tutela. Anche per questo, la scorsa estate Greenpeace Italia ha avviato il progetto “AMPower” insieme alla fondazione Blue Marine Foundation per supportare l’ampliamento delle Aree Marine Protette (AMP) italiane e contribuire così a raggiungere l’obiettivo di proteggere il 30% del mare entro il 2030. L’entrata in vigore del Trattato, prevista a gennaio 2026, sarà fondamentale per ampliare la superficie di mare protetta, istituire riserve marine che contribuiscano a mitigare gli impatti della crisi climatica sui nostri oceani e per garantire la sicurezza alimentare di miliardi di persone che dipendono dalle risorse del mare. 

«Questo è un momento storico per la protezione degli oceani. L’era dello sfruttamento e della distruzione deve finire, e il Trattato globale sugli oceani è lo strumento giusto per farlo. Ai leader mondiali chiediamo di garantire che la prima storica Conferenza delle parti (COP) sugli oceani, prevista per l’anno prossimo, diventi un punto di svolta e di sviluppare piani per le prime riserve marine protette nell’ambito del Trattato. I nostri oceani non possono aspettare», conclude Di Miccoli.

Greenpeace invita l’Italia e tutti i Paesi che non l’hanno ancora fatto a ratificare rapidamente il Trattato globale prima della COP sugli oceani attesa per il prossimi anno. Chi non l’avrà ratificato, infatti, non avrà posto al tavolo delle trattative.