In risposta alla pubblicazione dell’ultima bozza di accordo della COP26 di Glasgow, la direttrice esecutiva di Greenpeace International, Jennifer Morgan, ha dichiarato:

«Il riferimento ai combustibili fossili, principali responsabili della crisi climatica, è ancora presente nel testo: è un debole compromesso, ma può rappresentare una svolta e dobbiamo lottare fino all’ultimo per rafforzarlo. La plenaria di oggi potrebbe costituire un momento decisivo. Ma una manciata di Paesi cerca ancora di eliminare dall’accordo il riferimento ai combustibili fossili e di diluire i piani di riduzione delle emissioni per costringere le nazioni a tornare al tavolo dei negoziati l’anno prossimo».

«La parte del testo che riguarda il carbone e i sussidi alle fonti fossili ora include un riferimento a una transizione equa che è molto apprezzata. L’industria dei combustibili fossili è avvertita: se cercheranno di stravolgere l’accordo dovranno rispondere ai giovani, alle comunità più esposte agli impatti dei cambiamenti climatici e, infine, alla storia. Oggi gli occhi del mondo sono puntati su Glasgow e le voci a cui dare più ascolto dovrebbero essere quelle delle nazioni che combattono per la propria sopravvivenza».

«I Paesi sviluppati, a partire dagli Stati Uniti, devono aumentare i finanziamenti a sostegno delle nazioni vulnerabili che hanno bisogno di più risorse per l’adattamento e per riparare le perdite che subiscono a causa degli impatti climatici. Il presidente Biden è ancora in tempo per inviare un segnale alla sua squadra a Glasgow, affinché non blocchi i finanziamenti pubblici che le nazioni più ricche dovrebbero destinare ai Paesi in via di sviluppo minacciati dal rapido aumento delle temperature».