Gli effetti del cambiamento climatico e delle anomalie termiche sono sempre più evidenti nei mari italiani, indipendentemente dalla localizzazione geografica e dal diverso livello di protezione. Lo rivelano i dati registrati nel 2024 nell’ambito di Mare Caldo, il progetto di Greenpeace Italia nato nel 2019 grazie alla collaborazione con il DISTAV (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova e l’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale), volto a investigare gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità marina, in particolare sulle comunità di scogliera dalla superficie fino a 40 metri di profondità.
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