Per quasi mezzo secolo il sistema agricolo globale ha fatto affidamento sull’applicazione diffusa di milioni di tonnellate, e centinaia di tipi, di pesticidi chimici di sintesi per ridurre le perdite di raccolto. Oggi le colture sono regolarmente irrorate con diverse sostanze chimiche, di solito applicate più volte su ogni coltura durante l’intera stagione di crescita. Per gran parte degli agricoltori trattare i raccolti con una varietà di pesticidi è una routine, anziché l’ultima risorsa in rari casi di gravi infestazioni.

Il rapporto di Greenpeace “Tossicodipendenza da pesticidi” esamina la letteratura scientifica disponibile sull’uso dei pesticidi chimici di sintesi in agricoltura e rivela che i pesticidi sono una grave minaccia per la biodiversità, sia perché mettono in pericolo le specie, avvelenandole e alla fine uccidendole, sia perché alterano gli ecosistemi, per esempio provocando il collasso della catena alimentare.

Gli impatti che i pesticidi hanno su singole specie, su interi ecosistemi e sulla biodiversità nel suo complesso pongono interrogativi urgenti sul modo in cui queste sostanze chimiche vengono valutate, autorizzate e regolamentate nell’Unione europea.

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