Solar energy

Nelle scorse settimane l’Istat ci ha messo in guardia che i risultati peggiori della pandemia a livello economico li scopriremo sul serio l’anno prossimo, con una caduta del Pil stimata di oltre otto punti percentuali. Numeri drammatici, come non si erano mai visti dal dopoguerra…eppure, se c’è una cosa che  l’esperienza del Covid-19 ci ha insegnato, è che le opportunità per costruire un mondo migliore non devono andare sprecate. 

La buona notizia è che il rilancio dell’Italia – di cui tanto si parla – può (e deve) passare dalla transizione ecologica e il nostro Paese può arrivare a emissioni nette zero di CO2 al 2040

Abbiamo presentato un progetto di rivoluzione energetica che è fatto per ripartire in modo sostenibile, ma soprattutto è una risposta concreta a formule che invece hanno già fallito in passato, e che mettevano davanti al benessere collettivo gli interessi dell’esiguo – ma ricchissimo – comparto fossile.

Il potenziale solare ed eolico

Abbiamo analizzato la situazione dell’Italia per quella che è, tenendo conto del suo potenziale di energia rinnovabile, ma anche di dettagli tutt’altro che trascurabili, come la sua particolare conformazione idrogeologica e la mole dei consumi in base alla popolazione.

I numeri che abbiamo tirato fuori da questo studio sono incoraggianti: abbiamo scoperto che il potenziale solare a scala industriale è di 951 GW, mentre quello eolico è di 48,5 GW.  Certamente, anche in un contesto 100% rinnovabile, le proporzioni sono diverse in base alle caratteristiche del luogo: se è vero che altri Paesi europei hanno una maggiore propensione “naturale” a poter sfruttare l’eolico offshore (cioè a mare) – che ha comunque un buon potenziale anche nel nostro Paese e che nel nostro studio non viene considerato –  possiamo certamente dire che non sfruttare adeguatamente l’energia solare in Italia è un puro atto di masochismo.

Nello scenario che abbiamo presentato raggiungeremo il 75% di produzione di energia elettrica rinnovabile nel 2030 e il 100% nel 2040 e, in questo contesto, un ruolo importante spetterà proprio al fotovoltaico: pensate che solo sui tetti  l’Italia ha un notevole potenziale, pari a circa 70 GW complessivi.

Greenpeace Switzerland’s staff places solar cells on the roof of an industrial building in Wohlen.

Investimenti nelle rinnovabili

La domanda a questo punto è: ma quanto ci costa? E dove troviamo le famose “coperture”?

Per sviluppare il nostro scenario – sia chiaro – servono degli investimenti: si tratta di spese che ad un’occhiata superficiale possono sembrare cospicue, ma a ben guardare non lo sono affatto. La rivoluzione energetica può avvenire a costo 0,  o per meglio dire “auto-finanziandosi”. 

Poiché non dovremo spendere un centesimo per comprare combustibili fossili come petrolio, gas o carbone, avremo in tasca delle cifre piuttosto considerevoli: ad un aumento degli investimenti nel settore rinnovabile di 37 miliardi nel decennio 2020-2030, farà da specchio un risparmio di ben 36,5 miliardi per mancate importazioni.

A questo dobbiamo aggiungere lo sviluppo di un mercato del tutto nuovo, che è quello dei combustibili “alternativi” a quelli fossili: il ventennio 2030-2050 richiederà infatti lo sviluppo di combustibili rinnovabili (idrogeno “verde”, metano rinnovabile e combustibili liquidi da elettricità rinnovabile) che il nostro modello di calcolo prevede come “importati”, ma nulla impedisce che queste risorse siano prodotte almeno in parte nel Paese, con una riconversione della produzione e un nuovo stimolo alla crescita.