La plastica è ovunque. È utile, comoda ed economica, ma è anche fonte di un enorme problema di inquinamento. La plastica in mare, in particolare, è una delle emergenze ambientali più gravi del nostro tempo: è stata trovata sulle coste e nei fondali marini di tutto il mondo, anche a 10.898 metri di profondità nella Fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda al mondo, e nelle acque dell’Artico e dell’Antartide.

Ma come finisce la plastica in mare? E quali sono le conseguenze per la vita marina e per noi esseri umani? In questo articolo analizziamo le cause principali dell’inquinamento da plastica, gli effetti devastanti sugli ecosistemi e le soluzioni per ridurne l’impatto.

Quanta plastica c’è in mare e come ci arriva?

Ogni anno, fino a 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari e negli oceani: l’equivalente di un camion della spazzatura ogni minuto. Ma come arriva la plastica nel mare e negli oceani?

Una bottiglia di plastica al largo dell’isola di Capraia, Italia

Le principali cause dell’inquinamento da plastica in mare

1 – Rifiuti domestici e commerciali

La maggior parte dell’inquinamento da plastica ha origine sulla terraferma. La plastica proviene principalmente da rifiuti domestici e commerciali che, se dispersi nell’ambiente, finiscono nei fiumi o nelle fogne per poi riversarsi in mare.

2 – Microplastiche dai vestiti

L’inquinamento da plastica in mare deriva anche dai nostri vestiti. Le cosiddette microfibre finiscono nello scarico quando mettiamo i nostri indumenti sintetici in lavatrice. Un carico medio di biancheria può rilasciare nell’acqua circa 700.000 fibre di microplastica, lunghe meno di un millimetro. Queste sono troppo piccole per essere filtrate dai depuratori e quindi finiscono per accumularsi nei letti dei fiumi o per essere trasportate in mare.

3 – Attività di pesca

Circa il 20% della plastica in mare proviene dalle attività umane svolte in mare aperto, principalmente dalla pesca. Nel 2019, un rapporto di Greenpeace ha scoperto che ogni anno 640.000 tonnellate di “attrezzature e reti fantasma”, ovvero attrezzature da pesca abbandonate, perse o scartate, finiscono nell’oceano e lì vengono lasciate. Si tratta di una quantità equivalente a 50.000 autobus a due piani pieni di plastica ogni anno.

Plastica in mare: quali sono le conseguenze per la vita marina e per le persone?

Granchio intrappolato in un bicchiere di plastica abbandonato nel Verde Island Passage, epicentro della biodiversità marina mondiale, a Batangas City, nelle Filippine.

La plastica, una volta finita in mare, colpisce tutti gli organismi marini. Le tartarughe scambiano i sacchetti di plastica per meduse, e li mangiano; gli uccelli marini, a loro volta, spesso confondono i pezzi di plastica galleggiante per cibo, che può finire per ucciderli.

Anche le balene mangiano pezzi di plastica. Una balena è stata trovata morta su una spiaggia scozzese alla fine del 2019 con 100 kg di reti da pesca di plastica e corda, cinghie di imballaggio, sacchetti di plastica e bicchieri di plastica nello stomaco.

E poiché l’attrezzatura da pesca è progettata per catturare gli animali, reti enormi e lunghe corde abbandonate in mare spesso intrappolano e uccidono le creature marine. Nel 2018, in acque messicane, circa 300 tartarughe marine in via di estinzione sono state trovate morte impigliate in una rete da pesca fantasma.

Perché dobbiamo ridurre il più possibile la plastica monouso?

Abbiamo visto come la plastica monouso può danneggiare le creature marine. Ma le microplastiche hanno conseguenze anche sulla vita umana. Più plastica entra nella catena alimentare, più microplastiche probabilmente finiremo per ingerire.

Ma il problema riguarda anche chi non mangia pesce o frutti di mare. Ci sono preoccupazioni molto concrete sul fatto che le microplastiche nell’aria e nell’acqua possano avere un impatto sulla salute umana. Nel 2016, dei ricercatori hanno scoperto che le particelle di microplastica negli alimenti possono causare infiammazione problemi al sistema immunitario e conseguenze sulla crescita e la riproduzione.

Possiamo ridurre la presenza di plastica in mare? 

Plastica alla deriva nel Great Pacific Garbage Patch, un cumulo di rifiuti di plastica e microplastica grande ormai due volte il Texas, nel mezzo dell’Oceano Pacifico settentrionale

Sì, ridurre l’inquinamento da plastica in mare è possibile, in primo luogo assicurandoci che le multinazionali ne producano e ne usino di meno. In questi anni abbiamo ottenuto importanti risultati: dall’approvazione della direttiva europea sulle plastiche monouso alla revisione del regolamento europeo sugli imballaggi fino all’impegno di alcune multinazionali a ridurre l’uso di plastica.

C’è ancora molta strada da fare, ma continuare a eliminare la plastica monouso dai nostri acquisti, e trovare modi ingegnosi per riutilizzare ciò che acquistiamo è un ottimo punto di partenza. 

Per evitare di contribuire all’inquinamento da microplastiche causato dagli indumenti in fibre sintetiche tipiche del fast fashion, ad esempio, possiamo scegliere fibre naturali, acquistare vestiti che durino e imparare a ripararli e riciclarli.

Per fermare l’inquinamento da plastica servono misure concrete

La plastica è incredibilmente versatile e duratura, e si fa strada in ogni angolo delle nostre vite. Ma le stesse qualità che rendono la plastica così utile la rendono anche un problema enorme. La soluzione però esiste: bisogna produrre meno plastica, garantire il corretto riciclo, puntare di più su sfuso e riuso, e scegliere materiali a basso impatto ambientale.

Per raggiungere questi obiettivi serve al più presto un Trattato globale sulla plastica che permetta di:

  1. Stabilire strumenti legislativi che coprano l’intero ciclo di vita della plastica
  2. Ridurre di almeno il 75% la produzione totale di plastica entro il 2040
  3. Vincolare le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile

Eliminare la plastica dove possibile e spingere i governi e le aziende produttrici ad affrontare il problema alla fonte è la chiave per impedire che l’inquinamento da plastica danneggi le creature marine e gli esseri umani. La soluzione c’è ed è nelle nostre mani: è ora di metterla in atto.

Aiutaci a chiedere misure concrete per risolvere l’inquinamento da plastica