Fa caldo. Ma non è normale. L’ondata di calore di dieci giorni che è durata dal 23 giugno al 2 luglio è un fatto anomalo. Non è l’estate, non è “sempre stato così”. A dirlo è la scienza. Ovvero lo studio condotto dagli scienziati dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, che ha analizzato i dati relativi a 12 città europee – tra cui Milano e Roma – colpite proprio da questa recente ondata di calore. I risultati ci parlano di picchi anomali e di mortalità che aumenta di pari passo al caldo estremo. E di un colpevole: i combustibili fossili.

Lo studio ha stimato il numero di decessi per caldo causati dal cambiamento climatico
I dati emersi sono preoccupanti. Gli scienziati si sono concentrati sull’ondata di calore di dieci giorni dal 23 giugno al 2 luglio e hanno rilevato che in quei giorni il cambiamento climatico ha triplicato il numero di decessi legati al calore. Secondo lo studio, cambiamento climatico e combustibili fossili sono legati a filo doppio: le emissioni di CO2 legate ai combustibili fossili hanno aumentato le temperature dell’ondata di calore fino a 4°C in tutte le città analizzate, con temperature che hanno superato i 40°C in diversi Paesi. E le conseguenze sono state – purtroppo – mortali.
I risultati: cosa dicono i dati
Ecco i dati più significativi emersi dallo studio che fotografano bene le conseguenze del caldo estremo sulla salute delle persone.
Più caldo che mai. Più vittime che mai.
Circa 1.500 dei 2.300 decessi da calore stimati, ovvero il 65%, sono il risultato del cambiamento climatico, il che significa che l’uso dei combustibili fossili ha triplicato il bilancio delle vittime.
Lo studio ha stimato i decessi usando dati storici di mortalità per comprendere la relazione tra il caldo e il numero di decessi giornalieri. I ricercatori hanno inoltre analizzato i dati meteorologici storici per capire quanto il cambiamento climatico abbia reso più intensa l’ondata di calore di fine giugno, stimando circa +4°C. Infine, hanno confrontato il numero di morti avvenute durante la recente ondata di calore con quelli stimati in un’ipotetica ondata di calore più fresca, in assenza di riscaldamento globale. Secondo lo studio, l’incremento dei decessi è attribuibile al cambiamento climatico e ai combustibili fossili.

Città europee (e italiane) falciate
Il cambiamento climatico è stato responsabile di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari.
In termini numerici, in molte città europee il bilancio delle vittime del caldo causato dal cambiamento climatico è stato superiore ad altri recenti disastri, tra cui le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e le inondazioni del 2021 nel nord-ovest dell’Europa (243 morti)

Le persone fragili pagano il prezzo più alto (ma non solo loro)
Le persone di 65 anni e oltre hanno rappresentato l’88% dei decessi legati al cambiamento climatico. Chi si trova in condizioni di salute più fragili risulta essere più a rischio di morte prematura durante le ondate di calore, ma il caldo può essere pericoloso per tutte le fasce d’età: dallo studio risultano ad esempio 183 decessi tra le persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni.
Servono azioni concrete contro la crisi climatica
Il caldo estremo degli ultimi giorni ha portato diverse nazioni a correre ai ripari. In Italia, sono state applicate delle limitazioni orarie per il lavoro all’aperto. In Francia hanno chiuso oltre 1300 scuole. In Svizzera un reattore nucleare è stato fermato. Ma intanto il caldo è avanzato, portando allo scoppio di incendi devastanti in Grecia, Spagna e Turchia.
Il cambiamento climatico, causato principalmente dai combustibili fossili e dalla deforestazione, ha reso la recente ondata di calore più calda di 1-4°C. Eppure i governi continuano a investire in petrolio, gas e carbone. Investimenti – questi – che portano ad aumentare le emissioni di CO2 in atmosfera, che a loro volta riscaldano il pianeta – in un ciclo senza fine.

Se continueremo a bruciare combustibili fossili le ondate di calore saranno sempre più calde, più lunghe e più frequenti. Per mettere fine a questa crisi i governi devono abbandonare l’uso di combustibili fossili, imboccare davvero la strada della transizione alle fonti rinnovabili e obbligare le aziende fossili a pagare i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo. Non c’è più tempo da perdere: servono azioni concrete adesso.
Fermiamo i cambiamenti climatici!
Chiedi con noi di abbandonare le fonti fossili come carbone, gas e petrolio,
accelerando la transizione energetica verso un mondo 100% rinnovabile.