Ancora un rinvio. Dopo tre anni di negoziati e speranze, il percorso verso un Trattato globale contro l’inquinamento da plastica ha subito un nuovo stop. Durante l’incontro avvenuto dal 5 al 9 agosto 2025, a Ginevra, i 183 Paesi riuniti non sono riusciti a trovare un’intesa. A bloccare il processo sono stati soprattutto i Paesi produttori di petrolio, sostenuti dalla potente lobby dei combustibili fossili, preoccupati che i limiti alla produzione di plastica possano intaccare i loro interessi economici. Un braccio di ferro che, ancora una volta, mette a rischio il futuro del pianeta.

Lo scontro tra i Paesi
Il cuore del dibattito è stato questo: ridurre la produzione di plastica o puntare solo sul riciclo e la gestione dei rifiuti?
La “High Ambition Coalition”, che riunisce circa 100 Paesi, ha spinto per introdurre limiti vincolanti alla produzione e all’uso di sostanze chimiche pericolose. Dall’altra parte, un gruppo ristretto ma influente di nazioni produttrici di petrolio – tra cui Stati Uniti, Cina, Russia e Arabia Saudita – ha fatto muro, difendendo soluzioni più deboli e concentrate soltanto su riciclo e smaltimento. Ma queste misure, da sole, non bastano: la sovrapproduzione di plastica è già fuori controllo e, secondo alcuni studi, potrebbe addirittura triplicare entro il 2050.
Il diritto di veto concesso a ogni Stato ha infine paralizzato i negoziati, producendo due bozze di Trattato deboli e vanificando la possibilità di raggiungere un accordo equo. Ancora una volta, il lavoro per definire un Trattato globale è stato ostacolato da un sistema che ha permesso a una piccola minoranza di Paesi di mandare in fumo i negoziati.

L’assedio delle lobby fossili
A bloccare ulteriormente i lavori ci hanno pensato le lobby dei combustibili fossili, che hanno invaso i colloqui di Ginevra con una presenza da record: ben 234 rappresentanti registrati, secondo il Center for International Environmental Law. Una pressione che ha pesato enormemente sui negoziati, minandone la credibilità. È un po’ come lasciare che siano le aziende produttrici di tabacco a scrivere le leggi sul fumo: questi inquinatori non dovrebbero nemmeno avvicinarsi ai tavoli dei colloqui!
L’inquinamento da plastica: i numeri di un problema che sta soffocando il pianeta
La radice del problema della plastica è chiara: il mondo ne produce troppa. Secondo le stime, la produzione attuale di plastica raddoppierà i volumi del 2015 entro il 2030-35 per triplicarli entro il 2050.
Ma c’è dell’altro. La plastica è dannosa ancora prima di entrare in commercio: il 99% viene prodotta da petrolio e gas fossile e inquina in ogni fase del ciclo di vita, dalla produzione all’incenerimento minacciando il pianeta e la nostra salute. Inoltre, se dispersa in natura, si degrada in tempi estremamente lunghi: una bottiglia di plastica può rimanere nell’ambiente addirittura per 500 anni.

E il riciclo? Una falsa soluzione. Di tutta la plastica prodotta a partire dagli Anni ‘50 solo il 10% è stato correttamente riciclato. Nel 2023, l’Italia ha riciclato solo il 48% della plastica da imballaggi.
E c’è anche il problema dello smaltimento dei rifiuti plastici. Una parte di ciò che separiamo e differenziamo correttamente nelle nostre case viene spedito all’estero: in teoria per essere riciclato, ma il più delle volte non è così. Questa spazzatura non riciclata si riversa quotidianamente in Paesi come la Turchia, inquinando terra, fiumi e mettendo a rischio la salute della popolazione.

Il mondo ha bisogno di un Trattato globale che riduca la produzione di plastica
Il fallimento dei negoziati di Ginevra è un campanello d’allarme: senza un Trattato globale sulla plastica, il pianeta rischia di affogare nei rifiuti. L’inquinamento da plastica non può più essere affrontato con soluzioni parziali: serve un accordo forte, che riduca davvero la produzione e metta fine al potere delle lobby fossili.
Chiediamo ai governi di sviluppare un accordo globale sulla plastica sotto l’egida delle Nazioni Unite per:
- definire strumenti legislativi, legalmente vincolanti per aziende e governi, che coprano l’intero ciclo di vita della plastica, comprese l’estrazione e la produzione delle materie prime da cui si produce, ma anche l’uso e lo smaltimento
- vincolare le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile
- fare in modo che ogni paese sia responsabile della gestione dei propri rifiuti. I governi devono inoltre garantire una transizione giusta per i lavoratori e la tutela della salute delle comunità più colpite dall’inquinamento.
Mettiamo fine all’era della plastica!
Chiedi insieme a noi ai leader mondiali azioni concrete affinché sia raggiunto un accordo per un Trattato globale contro l’inquinamento da plastica.