È il video proiettato dai nostri attivisti per tenere alta l’attenzione sull’azienda di tonno in scatola che sta svuotando gli oceani, uccidendo ogni anno migliaia di baby-tuna e altri animali marini, tra cui squali e tartarughe.
Solo due anni fa Mareblu si era impegnato per una pesca 100% sostenibile, e invece oggi solo nello 0,2% dei suoi prodotti finisce tonno pescato con metodi selettivi come la pesca a canna. È ora che i consumatori sappiano che dietro il logo di Mareblu si nascondono solo false promesse e pratiche di pesca che distruggono i nostri mari!
Sugli edifici simbolo di Milano la verità su .@TonnoMareblu: basta pesca distruttiva! #NotJustTuna #TonnoInTrappola pic.twitter.com/PmdddAhhhY
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) 15 Dicembre 2015
Come se non bastasse Mareblu è di proprietà del colosso mondiale Thai Union, più volte conivolto in scandali di violazione dei diritti dei lavoratori e al centro della recente indagine di Associated press che lo lega a episodi di lavoro forzato e minorile lungo le sue filiere di produzione dei gamberi. Cos’altro dobbiamo aspettarci prima che questa aziende si assuma la responsabilità di quanto succeede in questo settore fuori controllo e si decida ad agire?
Vuoi darci una mano a difendere il mare dalla pesca distruttiva e a tutelarei diritti dei lavoratori? Chiedi anche tu a Mareblu di impegnarsi seriamente e scopri la nostra classifica dei “rompiscatole”.