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Ieri mattina a Roma attivisti in rappresentanza delle 14 associazioni aderenti alla “Coalizione contro le #BugieInEtichetta” hanno svolto due flash mob esponendo cartelli componenti la frase “Stop bugie in etichetta” davanti ai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute, chiedendo ai Ministri di agire contro questo progetto ingannevole.

Dopo una prima protesta a inizio aprile davanti ai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute, le associazioni hanno deciso di scendere nuovamente in strada per chiedere ancora una volta ai Ministri Stefano Patuanelli e Roberto Speranza di fermare e modificare un sistema di etichettatura nazionale sul benessere animale ingannevole per i consumatori e che rischia di favorire ancora una volta i sistemi intensivi, proprio mentre la crisi legata alla guerra ne sta mettendo ancora una volta in luce l’insostenibilità.

I due flash mob pacifici si sono svolti a Roma davanti alle sedi dei Ministeri, con attivisti che hanno mostrato cartelloni e banner che recitavano “Stop Bugie in etichetta” e “Questo non è benessere animale”. A manifestare per chiedere un sistema di etichettatura più trasparente si è unita anche l’attrice Elisa Di Eusanio, sostenitrice della campagna contro le #BugieInEtichetta.

Da mesi le associazioni della Coalizione hanno promosso azioni digitali e su strada per informare le persone e chiedere, anche da parte dei giovani, che i Ministri si impegnino ad intervenire su un progetto di etichettatura che i cittadini non condividono, in quanto privo dei criteri necessari a garantire un maggiore rispetto degli animali allevati a scopo alimentare e della necessaria trasparenza e chiarezza nei confronti dei consumatori. 

Le associazioni hanno chiesto più volte la revisione del decreto in alcuni, precisi, punti essenziali: l’introduzione di più livelli (di cui almeno 2 al coperto) diversificati per ogni specie chiaramente visibili in etichetta, la cancellazione di  riferimenti non attinenti al benessere animale e la considerazione dei bisogni etologici di specie, della densità di animali e delle condizioni di trasporto tra i criteri atti a determinare il benessere animale. 

Senza queste modifiche essenziali, etichettare con il claim “benessere animale” i prodotti sarebbe un mero atto di inganno nei confronti dei consumatori e degli allevatori che già hanno avviato una reale transizione, a scapito di una maggiore tutela degli animali allevati. 

*Le associazioni che aderiscono alla coalizione #BugieInEtichetta sono: Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, The Good Lobby, WWF Italia