Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, invitato alla manifestazione per la pace organizzata sabato 5 aprile a Roma dal Movimento 5 Stelle per esprimere la posizione dell’organizzazione ambientalista sulle politiche di riarmo europee, intervenendo sul palco di Via dei Fori Imperiali ha dichiarato:

“L’idea che più armi e bombe possano garantire la sicurezza delle persone, mentre allo stesso tempo i governi dell’UE continuano a comprare gas e uranio arricchito dalla Russia di Putin e dall’America di Trump, è pura ipocrisia.

È ipocrita parlare di sicurezza aumentando la spesa militare, mentre l’Europa continua a comprare gas fossile dagli Stati Uniti guidati da un’amministrazione Trump apertamente contraria all’azione climatica, e gas e uranio arricchito dalla Russia di Putin. La sicurezza reale non si costruisce con le armi, ma investendo in energia pulita, salute, giustizia sociale e ambientale. Ridurre la spesa sociale e sanitaria e bloccare le rinnovabili non renderà l’Europa più sicura, ma solo più fragile.

L’agenda militare dell’Europa non può essere cinicamente utilizzata per ridurre il finanziamento ai programmi ambientali, sociali e di aiuto. Inquinare la nostra aria, il cibo e le riserve di acqua dolce, bloccare le energie rinnovabili prodotte in casa, ridurre la spesa sociale non renderà l’Europa un posto più sicuro in cui vivere.

Se l’UE può trovare tali risorse aggiuntive per riarmarsi in poche settimane, deve trovare prima le risorse per proteggere le persone e l’ambiente che garantiscono anche la nostra sicurezza e la nostra resilienza in tempi di crisi.

Nella vita della maggior parte degli europei, la sicurezza va oltre i carri armati e le armi. Il concetto di sicurezza va allargato a un contesto più ampio di spesa pubblica per la sicurezza che comprenda, oltre alla spesa militare per l’autodifesa e la deterrenza contro la Russia, anche l’azione per il clima, la protezione civile, la garanzia dell’attuazione delle politiche di sicurezza sociale e gli investimenti per la protezione della natura.

La strada migliore per la sicurezza europea è avviarsi verso l’indipendenza energetica. Comprare gas naturale liquefatto dalla Russia significa continuare ad alimentare l’aggressione verso l’Ucraina. Quindi occorre interrompere le importazioni di gas dalla Russia, limitare la dipendenza dai combustibili fossili delle oligarchie per rafforzare l’autonomia strategica e di adottare sanzioni più severe nei confronti di aziende russe come Rosatom, bloccando anche l’importazione di combustibile nucleare, per ridurre la base finanziaria della guerra in corso.

Siamo favorevoli all’utilizzo dei beni russi sequestrati e congelati per la ricostruzione verde dell’Ucraina, invece di tagliare i già vulnerabili bilanci pubblici nazionali.

Tutti gli extra profitti realizzati dalle imprese e dalle società grazie all’aumento della spesa pubblica nell’industria degli armamenti siano restituiti allo stato e usati per le politiche ambientali e sociali.

È necessario che i fondi già stanziati per le forze armate siano monitorati e rivisti razionalizzando la spesa di 27 eserciti diversi, che già oggi spendono 326 miliardi di euro all’anno. Questo potrebbe un giorno portare a una riduzione dei bilanci militari. Senza una razionalizzazione l’aumento della spesa potrebbe comportare un enorme spreco di denaro. Non è quello di cui abbiamo bisogno.”


Uno studio recente di Greenpeace Italia ha stimato che ogni euro investito per le armi in Italia genera un aumento della produzione interna di soli 74 centesimi, a differenza di quanto dichiarato di recente dal ministro della Difesa Crosetto. Insieme a Sbilanciamoci!, l’associazione ambientalista ha pubblicato sul suo sito un ebook gratuito con i contributi di una dozzina di esperti e la prefazione di Carlo Rovelli, che analizza le conseguenze economiche e sociali delle politiche di riarmo e le alternative possibili.