Dopo aver mostrato l’aumento delle temperature marine del Mediterraneo e gli effetti del cambiamento climatico sulla sua biodiversità, Greenpeace Italia lancia con la ONG inglese Blue Marine Foundation il progetto “AMPower” per ampliare la superficie di mare protetto e garantirne una corretta gestione in Italia. L’iniziativa coinvolge e sostiene sia le Aree Marine Protette (AMP) che hanno presentato progetti di ampliamento, sia quelle che hanno in gestione i siti Natura 2000, al fine di promuovere dei regolamenti per la tutela degli habitat e delle specie presenti in queste aree. Tra le prime AMP coinvolte ci sono Isola dell’Asinara (Sardegna), Torre Guaceto (Puglia), Isole di Ventotene e Santo Stefano (Lazio), e Isola di Bergeggi (Liguria).  Il progetto prevede, innanzitutto, una campagna di  monitoraggi scientifici realizzati con il DISTAV dell’Università di Genova per studiare gli habitat da tutelare nelle aree individuate. In secondo luogo, mira a creare una rete tra i soggetti coinvolti nella tutela di tali habitat, come le AMP, le Regioni o il Ministero dell’Ambiente, per promuovere concrete misure di protezione.

I primi monitoraggi del progetto “AMPower” sono iniziati pochi giorni fa, nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) dell’Argentiera, nel nord-ovest della Sardegna, un’area molto estesa e individuata per la tutela del delfino tursiope (Tursiops truncatus). Qui sono stati indagati anche i fondali dell’area, per monitorare altri habitat mediterranei di elevata valenza conservazionistica, come ad esempio le praterie di Posidonia oceanica e il coralligeno. Il modello del SIC (Sito di Interesse Comunitario) dell’Argentiera è un caso esemplare in Italia: la sua gestione è stata affidata dalla Regione Sardegna all’Area Marina Protetta Isola dell’Asinara, con un finanziamento pubblico di circa 200 mila euro. Un modello che si potrebbe replicare in altre regioni italiane per evitare che la tutela di questi siti resti solo sulla carta. In Italia la maggior parte dei SIC, infatti, è gestita dalle Regioni e mancano sia dei monitoraggi costanti sia una governance dei siti che garantisca una tutela effettiva, come invece avviene nelle Aree Marine Protette. 

«Sappiamo che senza gestione non c’è protezione, in Italia siamo a meno dell’1% di mare realmente protetto tramite efficaci misure di conservazione», dichiara Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia. «Supportare i progetti di ampliamento delle Aree Marine Protette e aiutarle nella gestione e tutela dei SIC, anche con adeguati finanziamenti dagli enti preposti, è una delle soluzioni per raggiungere l’obiettivo che l’Italia si è dato di proteggere il 30% dei nostri mari entro il 2030». 

Nei prossimi mesi il progetto AMPower di Greenpeace e Blue Marine Foundation promuoverà una serie di eventi pubblici per approfondire il tema della tutela del nostro mare e connettere i soggetti coinvolti. Il dialogo tra le Regioni, le AMP e il Ministero dell’Ambiente è fondamentale per avviare una seria e approfondita riflessione sulla protezione della biodiversità marina. Le comunità locali, a cominciare dai pescatori, i diving e gli altri operatori turistici sono partner importanti che saranno coinvolti negli incontri, per far sì che possano essere in prima linea contribuendo a una gestione efficace del mare.  

«AMPower è un progetto concreto che propone soluzioni tangibili e realizzabili, facilitando il dialogo fra Aree Marine Protette, Regioni e Stato e promuovendo un programma di conservazione che adotta criteri di rappresentatività ecologica per la tutela di habitat sensibili», dichiara Giulia Bernardi, Projects Manager in Italia di Blue Marine Foundation. «Le azioni che verranno intraprese, sia dal governo sia dalle associazioni ambientali che lavorano in Italia nei prossimi due anni, determineranno il successo (o l’insuccesso) dell’Italia in questa sfida globale». 

«Il progetto AMPower rappresenta una grande opportunità per l’Ente Parco dell’Asinara, individuato dalla Regione Sardegna quale soggetto gestore della vasta area SIC marina che si estende dall’Isola dell’Asinara al Capo dell’Argentiera per 60 mila ettari», dichiara il commissario del Parco dell’Asinara Gianluca Mureddu. «Il progetto ci aiuterà sia nel coinvolgere gli attori del territorio nella nostra mission di conservazione ambientale, sia nel sensibilizzare sull’importanza dei sistemi di protezione della flora e della fauna marina».