Un anno fa a Palau il ministro dell’Ambiente italiano, Prestigiacomo, e quello francese, Borloo, firmavano l’Accordo per tutelare le Bocche di Bonifacio. Oggi, a dodici mesi dalla firma, chiediamo al Ministro: “Che cosa è stato fatto fin’ora?”.

Insieme a noi, 10 comuni del Nord della Sardegna, il presidente della Provincia Olbia-Tempio e l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Sannitu, si sono rivolti al Ministro Prestigiacomo con una comunicazione ufficiale. L’impegno preso un anno fa prevedeva, infatti, una proposta per vietare il transito di navi con carichi pericolosi nelle Bocche, e la finalizzazione del processo di creazione di un Parco Marino internazionale delle stesse.

Oggi, però, oltre 130.000 tonnellate di merci pericolose continuano a transitare nello stretto ogni anno, senza che nessuna misura di protezione sia stata messa in atto. Tutto questo mentre le comunità locali del Nord della Sardegna continuano a non ricevere informazioni circa gli sviluppi avvenuti fin’ora a tutela dell’ecosistema marino.

Le Bocche di Bonifacio sono un’area di alta valenza ambientale, particolarmente vulnerabile alle minacce e ai rischi creati dalle attività antropiche. Dopo gli episodi di naufragio avvenuti in passato uniti al più recente sversamento di idrocarburi a Porto Torres, è ora che il Ministro dimostri di voler davvero proteggere l’area.

Purtroppo la storia insegna che la firma di un accordo non sempre è sufficiente. Nel 1999 proprio Francia e Italia, insieme a Monaco, si impegnavano a proteggere tutto il Nord Tirreno, creandovi il Santuario dei Cetacei Pelagos. Eppure in tutti questi anni non sono stati in grado di mettervi in pratica una sola misura di tutela e gestione.
Ci auguriamo che l’Accordo per proteggere le Bocche di Bonifacio non finisca per essere l’ennesimo specchietto per le allodole.

La comunicazione ufficiale al Ministro