Mentre il G8 dell’Aquila si conclude con miseri progressi sul clima, Greenpeace invita l’opinione pubblica mondiale a fare pressione sui governi delle nazioni più ricche perché prendano misure decisive sui cambiamenti climatici.

Le azioni in Italia

Questa mattina, attivisti di Greenpeace a bordo di gommoni hanno avvicinato una nave carboniera in rada a Civitavecchia, dipingendo sulla sua fiancata il messaggio “G8: FAILED” (“G8: fallito”). Questa attività segna il culmine di una settimana di proteste di Greenpeace in tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Francia all’Italia, gli attivisti hanno chiesto in diversi modi al G8 di porre le condizioni per un accordo importante alla Conferenza Onu di Copenhagen del prossimo dicembre sul clima. Sulla ciminiera di Brindisi è stato scritto “STUPIDS”, rivolto ai capi di governo riuniti all’Aquila.

In Italia, più di cento attivisti hanno occupato, scalato e dipinto ciminiere, gru e nastri trasportatori in cinque centrali a carbone (o in via di trasformazione), sottolineando come il carbone sia il principale “killer del clima” a livello mondiale. Dall’alto delle centrali di Brindisi, Fusina/Marghera, Porto Tolle, Vado Ligure e Civitavecchia, Greenpeace ha chiesto ai governi del G8 di prendere la leadership della lotta ai cambiamenti climatici. Gli attivisti stanno ancora occupando due centrali -Brindisi e Porto Tolle – dalla quale discenderanno in contemporanea con la fine del meeting dell’Aquila, concludendo la protesta.

Mentre Greenpeace sta dimostrando cosa significa agire per difendere il clima, l’inazione del G8 ha portato il mondo un passo ancora più vicino a cambiamenti climatici catastrofici“, è il messaggio di Simona Fausto, attivista di Greenpeace, dall’alto della ciminiera di Brindisi: “I governi del G8 stanno nascondendo la loro mancanza di leadership dietro parole vuote e gesti vani. Invitiamo le persone di tutto il mondo a intraprendere ogni azione pacifica per domandare ai propri governi di stabilire obiettivi chiari di taglio alle emissioni di gas serra, prima che il trattato sul clima sia negoziato in dicembre“.

Il summit del G8 all’Aquila

I leader del G8 hanno rinviato l’azione sul clima alle future generazioni. E hanno abbandonato le popolazioni più vulnerabili agli effetti, sempre più devastanti, dei cambiamenti climatici. “I governi delle nazioni più ricche hanno avuto un’opportunità storica ma l’hanno sprecata“, commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, dall’Aquila, “fallendo nello stabilire obiettivi di medio termine (2020, ndr) e rinviando al G20 la discussione sugli investimenti che serviranno alle nazioni in via di sviluppo per combattere i cambiamenti climatici. Oggi, i capi di governo del G8 hanno mostrato a tutti di essere dei semplici politici che parlano e non dei leader che prendono le azioni necessarie per il Pianeta“.

Il G8 ha abdicato, in modo disgustoso, dalle proprie responsabilità”, continua Onufrio: “Invece di affrontare i cambiamenti climatici e di salvare le nazioni più vulnerabili del Pianeta, a partire da quelle dell’Africa, dagli impatti devastanti già in atto, hanno rinviato questa responsabilità a i governi futuri e alle prossime generazioni. La loro eredità e, cosa più importante, il nostro futuro sono ora sospesi sul filo“.

Sebbene abbiano finalmente ammesso che l’aumento della temperatura media del Pianeta dovrà essere contenuto sotto i 2 gradi, il G8 non ha indicato come raggiungere questo obiettivo. “Quando le Nazioni Unite terranno una sessione sui cambiamenti climatici, il prossimo 22 settembre, questi capi di governo dovranno essere pronti: il tempo per l’azione è ora“, conclude Onufrio.