Una delegazione di leader indigeni visiterà 12 Paesi europei, tra cui l’Italia, dal 17 ottobre fino al 20 novembre, per denunciare le sistematiche violazioni ai diritti delle popolazioni indigene del Brasile, che si sono intensificate dall’entrata in carica del Presidente Jair Bolsonaro.

Guidata dall’APIB (Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile), in collaborazione con le organizzazioni della società civile, la campagna “Sangue indigeno: non una goccia di più” mira a fare pressione sul governo brasiliano e sulle aziende del settore agroalimentare perché rispettino gli accordi internazionali sui cambiamenti climatici e sui diritti umani sottoscritti dal Brasile – tra cui l’Accordo di Parigi, la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni e la Dichiarazione di New York sulle foreste.

La delegazione, formata da Sonia Guajajara, Alberto Terena, Angela Kaxuyana, Celia Xakriabà, Dinaman Tuxà, Elizeu Guarani Kaiowà e Kreta Kaingang, cercherà importanti opportunità di dialogo con i cittadini e le istituzioni di dodici Paesi europei, principalmente per informarli degli impatti che si celano dietro prodotti brasiliani provenienti da aree di conflitto o da terre indigene.

Il viaggio inizierà a Roma, in Vaticano, con la presenza dei leader indigeni al Sinodo sull’Amazzonia, inaugurato venerdì scorso da Papa Francesco, che in tale occasione ha chiesto di rispettare le culture indigene. Dopo Città del Vaticano e Roma, la delegazione visiterà anche Torino (il 20-21 ottobre) e Bologna, per poi proseguire in Germania (Berlino e Monaco), Svezia (a Stoccolma), Norvegia (Oslo), Paesi Bassi (Amsterdam), Belgio (Bruxelles), Svizzera (Ginevra e Berna), Francia (Parigi), Portogallo (Porto), Regno Unito (Londra) e si concluderà in Spagna (Madrid, Barcellona e Valencia).

A Roma, lunedì 21 ottobre, alle 11,30 si terrà una conferenza stampa della  delegazione presso gli uffici di Greenpeace Italia. Occorre accreditarsi inviando una mail a [email protected]

Questo viaggio in Europa non è il primo atto di denuncia dell’APIB. Il rapporto “Complicity in Destruction II. How northern consumers and financiers enable Bolsonaro’s assault on the Brazilian Amazon” pubblicato dall’APIB in collaborazione con Amazon Watch lo scorso aprile, mostra come numerose aziende e banche europee e statunitensi stiano finanziando la deforestazione nella regione amazzonica, inclusi i territori indigeni.

Quanto affermato dall’APIB è corroborato da altre organizzazioni. Secondo il Consiglio Indigeno Missionario (CIMI), ad esempio, a partire dal 2019 le invasioni nei territori indigeni si sono intensificate: da gennaio a settembre di quest’anno sono state registrate 160 invasioni in 153 terre indigene, rispetto ai 111 casi simili registrati in 76 territori indigeni nel 2018.

Lo scorso agosto un report dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) ha riconosciuto il ruolo dei Popoli Indigeni come guardiani delle foreste, confermando l’importanza del loro contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Per l’APIB, intraprendere un viaggio in Europa significa avere l’opportunità di sensibilizzare numerosi interlocutori sul genocidio dei Popoli Indigeni e ottenere sostegno.

Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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