Lo scorso 4 aprile la Francia ha deciso di vietare la produzione e la vendita di prodotti non essenziali contenenti PFAS. Il disegno di legge proposto dal deputato ecologista Nicholas Thierry è stato approvato in Parlamento con 187 voti a favore (di più schieramenti politici) e 5 contrari ed è un primo passo significativo per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone. Con questa decisione, dal 1 gennaio 2026, i PFAS saranno vietati nei cosmetici, nella sciolina e nella produzione di abiti – salvo quelli per la protezione professionale. Il bando esclude per ora le pentole e altri utensili da cucina.
Perché vietare i PFAS?
I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono un ampio gruppo di circa 10 mila sostanze chimiche di sintesi, prodotte e usate dalle industrie per conferire proprietà idro- e oleo-repellenti a tantissimi prodotti di largo consumo tra cui imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, carta forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici, capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento e tanti altri.
Da anni in Francia e in altri Paesi europei, compresa l’Italia, si combatte per limitare l’uso di queste molecole, anche note come “inquinanti eterni”, e associate a una serie di effetti negativi sulla salute delle persone. Una volta dispersi nell’ambiente, i PFAS si degradano in tempi lunghissimi e possono contaminare fonti d’acqua e coltivazioni. Attraverso l’acqua e gli alimenti, i PFAS possono arrivare a contaminare anche il nostro corpo ed entrare nel nostro sangue, con gravi rischi per la salute. Una delle molecole PFAS, il PFOA, è stato di recente classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole PFAS può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.
“Siamo di fronte ad un problema sanitario dalla portata e gravità assolutamente senza precedenti”, spiega il deputato Nicholas Thierry ricordando gli effetti sulla salute dei PFAS.
E in Italia?
La messa al bando dei PFAS in Francia arriva dopo il caso della Danimarca, dove è stato vietato l’uso nei contenitori alimentari. In Italia, invece, non si vedono provvedimenti di questo tipo all’orizzonte. Eppure l’inquinamento da PFAS riguarda anche il nostro Paese.
Da anni, il Veneto è teatro di uno dei più gravi casi di contaminazione da PFAS nel continente europeo. Di recente, abbiamo svelato la presenza di PFAS anche nelle acque potabili di diversi comuni in Lombardia e Piemonte, e in alcuni corsi d’acqua toscani. Con i PFAS nessuno può considerarsi al sicuro.
Per questo chiediamo al governo italiano di seguire l’esempio francese e mettere al bando i PFAS con una legge che ne vieti la produzione e l’utilizzo in tutta Italia.
Chiedi con noi una legge #ZeroPFAS