Greenpeace invita la comunità internazionale a rispettare urgentemente il diritto internazionale e a garantire l’immediato rilascio della nave umanitaria Madleen della Freedom Flotilla e del suo equipaggio.

La nave è stata sequestrata illegalmente in acque internazionali dalle forze israeliane al largo della costa di Gaza nel tentativo di rompere il blocco di lunga data che impedisce la consegna di aiuti salvavita e cibo via mare.

Il governo israeliano continua a imporre un blocco totale via terra e via mare agli aiuti e al cibo provenienti dalle organizzazioni internazionali, aggravando una crisi umanitaria già catastrofica. Bloccare gli aiuti e prendere di mira coloro che li distribuiscono costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario.

Mentre la popolazione di Gaza continua a subire devastanti punizioni collettive, la comunità internazionale ha completamente fallito nel rispondere con la necessaria urgenza morale e integrità. La sua inazione non è neutralità. È complicità.

La continua strumentalizzazione degli aiuti ha portato oltre due milioni di persone sull’orlo della carestia, e la maggior parte di loro si trova  in stato di emergenza o in condizioni catastrofiche di privazione alimentare e malnutrizione. 

Per quanto devastante sia il bilancio delle vittime dei bombardamenti, è la fame – provocata dall’assedio e dal blocco degli aiuti – a minacciare ora il maggior numero di vite innocenti. Solo ponendo fine immediatamente all’assedio e liberando tutti i convogli di aiuti ONU bloccati al confine si potrà evitare la carestia.

Greenpeace chiede:

  • Un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente per porre fine all’attacco ai civili e all’ambiente.
  • Il rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas.
  • Il rilascio da parte di Israele di tutti i palestinesi detenuti illegalmente.
  • L’imposizione di sanzioni mirate e di un embargo totale sulle armi, imposti dalla comunità internazionale.
  • La distribuzione senza ostacoli degli aiuti da parte delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie.
  • La fine dell’occupazione illegale della Palestina.

Greenpeace sostiene un futuro in cui Israele e Palestina vivano fianco a fianco in pace, entro confini riconosciuti, nel rispetto del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.

Se la comunità internazionale resterà a guardare senza intraprendere azioni concrete mentre aumentano la pulizia etnica, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità, dovrà rispondere di favoreggiamento e istigazione al genocidio. È il momento di agire!