Secondo un noto proverbio, una rondine non fa primavera. Ecco, traslando questo concetto al clima poco primaverile vissuto in questi giorni, potremmo dire che nemmeno un maggio così freddo fa inverno: un singolo episodio, in questo caso un periodo insolitamente freddo, non può certo smentire una situazione generale che invece va in una direzione ben diversa.

Al contrario, il freddo di questi giorni, così come la siccità, le tempeste di vento, le alluvioni degli scorsi mesi, il grande caldo che probabilmente avremo in estate sono proprio conseguenza dei cambiamenti climatici.

In Val Visdende, la zona devastata lo scorso autunno da una tempesta che ha sradicato milioni di alberi, otto attivisti hanno srotolato uno striscione con la scritta “Governo del cambiamento climatico” e le facce di Conte, Salvini e Di Maio per denunciare i limiti della bozza di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) presentata dal Governo. Foto credits: Tommaso Galli / Greenpeace.

Il recente freddo ha ovviamente delle solide spiegazioni scientifiche: innanzitutto, quando si parla di cambiamenti climatici non si intende che percepiremo più caldo durante l’anno, o che farà meno freddo. Ma si intende, appunto, che il clima sta cambiando. Eventi meteorologici estremi – alluvioni, siccità, grandine e neve fuori stagione – sono e saranno sempre più frequenti e sempre più intensi.

Precisato questo, veniamo al freddo di questo strano mese di maggio. Ecco una semplice spiegazione in 4 passaggi:

  1. l’Artico si sta scaldando più rapidamente del resto del Pianeta. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che, una volta spariti i ghiacci che riflettono i raggi solari, a restare è l’acqua, che invece assorbe i raggi e il calore che essi portano;
  2. questo destabilizza il vortice circumpolare artico: una sorta di “cintura di venti” che tiene ferma sull’Artico una cupola di alta pressione di aria freddissima;
  3. la forza di questi venti dipende dalla differenza di temperatura tra area artica e aree temperate: se l’Artico si scalda di più delle zone temperate, la differenza di temperatura diminuisce e il vortice non riesce più a “contenere” l’alta pressione;
  4. a quel punto, la cupola di bassa pressione si frammenta in più “lobi” che possono “migrare” verso latitudini temperate, portando con sé l’aria gelida.

Un concetto semplice, spiegato dagli scienziati già decenni fa, che i ragazzi di tutto il mondo hanno compreso perfettamente, facendo propria questa battaglia e scendendo in piazza ogni venerdì in tutto il mondo, per chiedere alla politica di agire per contrastare i cambiamenti climatici, un grave pericolo per il presente e il futuro di ognuno di noi. Un concetto semplice, che però sembra non essere molto chiaro ad importanti esponenti del governo in carica come il vicepresidente del Consiglio Salvini il quale, nei giorni scorsi, ha addirittura “invocato il riscaldamento globale” per cercare di alleviare il freddo di questo maggio insolito.

Fridays for Future Student Demonstration in Vienna. © Mitja Kobal / Greenpeace

Students in Vienna went on the street to strike, demonstrate and demand politicians to act urgently in order to prevent further global warming and climate change. It is a part of the School strike for climate movement, also known as Fridays for Future. Strikes took place in more than 40 countries around the globe.

La situazione è seria: la politica si svegli e segua le indicazioni della scienza, abbandonando rapidamente carbone, gas e petrolio, fermando la deforestazione e diminuendo la produzione ed il consumo di carne. Tutti fattori che stanno facendo cambiare il nostro clima.

Abbiamo le tecnologie per vincere questa sfida enorme. Quello che manca è la volontà politica. Anche del governo italiano capeggiato da Movimento 5 Stelle e Lega, che sta agendo in maniera assolutamente insufficiente e in piena continuità con i precedenti governi.

L’emergenza climatica è una sfida ambientale globale, ma è anche una questione di sicurezza nazionale: solo negli ultimi mesi, ha provocato, in Italia, decine di vittime e danni per centinaia di milioni di euro. Vedremo se il vicepremier Salvini ripeterà queste parole, ad esempio, alla prossima siccità che metterà in ginocchio, a livello ambientale ed economico, intere aree del nostro Paese.