La proposta della Commissione europea di deregolamentare i nuovi OGM e gli emendamenti votati oggi dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo rischiano di violare i diritti degli agricoltori e dei consumatori, secondo una nuova analisi di Greenpeace. 

Se fossero adottate, infatti, le nuove normative potrebbero violare le norme costituzionali dell’UE, tra cui diversi articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, eliminando o indebolendo la valutazione dei rischi, l’etichettatura e la tracciabilità. A rischio di violazione sarebbero, inoltre, i diritti fondamentali degli agricoltori alla proprietà e alla libertà d’impresa, poiché le nuove normative non offrono una protezione sufficiente contro la contaminazione delle colture con nuovi OGM, ottenuti attraverso le cosiddette nuove tecniche genomiche (NGT).

«Decenni di progressi nell’Unione Europea in materia di diritti degli agricoltori e di protezione della salute delle persone e dell’ambiente non possono e non devono essere cancellati in nome dei profitti dell’industria biotecnologica», dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Le misure di sicurezza finora adottate non hanno ostacolato l’innovazione, e il diritto dell’UE non proibisce la ricerca e lo sviluppo, ma garantisce che quanto di nuovo  viene sviluppato non violi i diritti dei cittadini europei alla salute e alla protezione dell’ambiente». 

I nuovi OGM sono attualmente coperti dalla legislazione comunitaria sugli organismi geneticamente modificati, che prevede per tutti gli OGM adeguata valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura. 

L’Agenzia federale tedesca per la conservazione della natura (BfN) ha avvertito che i nuovi OGM hanno un potenziale di rischio paragonabile, se non maggiore, rispetto a quello delle piante prodotte con l’ingegneria genetica di prima generazione. Più recentemente, l’Agenzia nazionale francese per l’alimentazione, l’ambiente e la salute e la sicurezza sul lavoro (ANSES) ha affermato che le tecniche di editing genetico «possono indurre cambiamenti nelle funzioni biologiche delle piante ignorati dalla proposta di categoria 1 della Commissione», e che «non si possono escludere rischi per la salute e l’ambiente». L’esempio degli Stati Uniti dimostra infine che, dopo un decennio di deregolamentazione, i nuovi OGM introdotti sul mercato non hanno mantenuto le promesse di sostenibilità.

Dopo il voto odierno della Commissione Ambiente, la plenaria del Parlamento europeo dovrebbe votare la proposta il prossimo febbraio. Anche i governi dell’UE stanno cercando di raggiungere un accordo sulla proposta della Commissione, dopo che una proposta di accordo è stata respinta lo scorso dicembre.