Saremmo in grado di fare a meno del caffè? E di fragole, pesche, pomodori e frutti di bosco? Difficile vero? Eppure senza insetti impollinatori molti ingredienti della nostra cucina non esisterebbero più.

Quando si parla di api il primo pensiero va spesso alla produzione di miele, ma l’associazione che dovremmo fare in realtà è molto più diretta e strabiliante allo stesso tempo, perché è grazie a questi piccoli insetti che possiamo avere delle ricche tavole imbandite nelle nostre case o godere della vegetazione che ci circonda. Un terzo del nostro cibo infatti dipende direttamente dalla loro opera di impollinazione. Ma non è tutto, fino al 75 per cento delle nostre colture subirebbe comunque una riduzione di produttività. Solo in Europa, oltre 4.000 verdure dipendono dall’impollinazione degli insetti, come ad esempio zucchine, albicocche, mandorle e tante altre.

Se questi preziosi insetti sparissero, le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero devastanti.

Per queste ragioni il bando permanente a tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api, votato lo scorso 27 aprile, è una notizia importante per le api, l’ambiente, ma anche per tutti noi.

I danni di questi neonicotinoidi sono ormai incontestabili. Bandire questi insetticidi è stato un passo necessario e importante, il primo verso una riduzione dell’uso di pesticidi sintetici e a sostegno della transizione verso metodi ecologici di controllo dei parassiti.

Il bando approvato, e che dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno, estende quello parziale già in essere dal 2013 per tre neonicotinoidi – l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta (all’epoca invece l’Italia votò contro). Rimane invece consentito il loro utilizzo solo all’interno di serre permanenti.

E’ solo di pochi giorni fa, invece la notizia che la Bayer e la Syngenta hanno perso i ricorsi che avevano fatto nel 2013 proprio contro il bando parziale. All’epoca anche Greenpeace era intervenuta nella diatriba legale, per fornire prove e argomentazioni a sostegno delle restrizioni.

 Il Tribunale dell’Unione europea ha stabilito che la Commissione Ue ha agito correttamente nell’imporre le restrizioni parziali sull’uso di tre insetticidi dannosi per le api e ha quindi confermato le restrizioni del 2013, respingendo i due ricorsi separati di Bayer e Syngenta.

La Corte ha affermato che il principio di precauzione dell’Unione europea “fa prevalere le esigenze connesse alla protezione della salute pubblica, della sicurezza e dell’ambiente sugli interessi economici”.

 La sentenza rimarca quindi le priorità dell’UE: il suo compito principale è proteggere le persone e l’ambiente, non il fatturato delle aziende.

Oltre ai tre insetticidi vietati, però, ce ne sono altri che costituiscono una minaccia per le api e altri insetti benefici. Tra questi altri quattro neonicotinoidi, il cui uso è attualmente permesso in Ue: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone e altri insetticidi quali cipermetrina, deltametrina e clorpirifos. Per evitare che questi tre insetticidi ora vietati vengano sostituiti con altre sostanze chimiche che potrebbero essere altrettanto dannose, l’Unione europea dovrebbe bandire l’uso di tutti i neonicotinoidi, come la Francia sta già considerando di fare. È inoltre necessario applicare gli stessi rigidi standard utilizzati per questo bando alla valutazione di tutti i pesticidi e, soprattutto, ridurre l’uso di pesticidi sintetici e sostenere la transizione verso metodi ecologici di controllo dei parassiti.

E per fare ciò, vanno ripensate profondamente le attuali pratiche di agricoltura industriale, per dirigerci con decisione verso un modello agricolo ecologico e sostenibile, che sia basi sulla biodiversità e non su un uso massiccio della chimica di sintesi.

Per fortuna la battaglia a tutela delle api non è ancora persa: un cambiamento è ancora possibile. Esistono soluzioni valide e una via d’uscita per l’attuale crisi dell’agricoltura industriale: si chiama agroecologia Ovvero un’agricoltura che lavora con la natura e non contro di essa. In grado di produrre cibo sano per tutti, e allo stesso tempo proteggere il Pianeta e le api. Pratiche agricole ecologiche sono fattibili su larga scala e sono praticate – con successo – dagli molti agricoltori in tutta Europa, ma vanno ampliate e sostenute, sia a livello politico che economico.

Attenzione però, non dobbiamo aspettare solamente soluzioni che ci calino dall’alto. Ognuno di noi, nel quotidiano, con semplici gesti può diventare parte della soluzione.

Gesti semplici – come quelli suggeriti sul sito web http://salviamoleapi.org/ – ad esempio piantare semi amici delle api nel proprio giardino o sul balcone, e soprattutto scegliere con cura gli alimenti che acquistiamo.

Prediligere ad esempio un prodotto che proviene da agricoltura biologica non solo ci offre la garanzia di non portare residui di pesticidi sulle nostre tavole, ma fa si che anche le api e le aree di produzione vengano tutelate, e suolo acqua e aria non siano contaminate con erbicidi, insetticidi o fungicidi.

Il cambiamento sta in ognuno di noi e solo insieme possiamo ottenerlo.

Salviamo le api!

Le api fanno molto più del miele: aiutiamo gli impollinatori a non scomparire.

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