Le foreste non se la passano bene, ma la cattiva notizia è che presto potrebbero passarsela ancora peggio. 

La settimana scorsa, Lavazza e Mondelēz (proprietaria – quest’ultima – di brand come Oreo, Fonzies, Saiwa e Philadelphia) hanno chiesto di posticipare ancora una volta l’entrata in vigore della legge europea contro la deforestazione, ovvero la European Union Deforestation Regulation (EUDR). 

La normativa, approvata nel 2023, chiede alle aziende di dimostrare tramite opportuni controlli e indagini che i prodotti che arrivano nei nostri supermercati non contribuiscano alla deforestazione. Ma non è solo il settore privato a fare pressione: a sabotare l’applicazione della legge ci sta pensando anche il Parlamento europeo, spalleggiato da 18 Stati membri dell’UE tra cui l’Italia.

© Marizilda Cruppe / Greenpeace

Cosa chiede l’EUDR alle aziende e perché la richiesta di rinvio è pura convenienza

L’EUDR è la normativa che mira a eliminare la deforestazione dalle catene di approvvigionamento dell’UE. Secondo il regolamento, le aziende e multinazionali con sede nell’UE dovranno dimostrare che i prodotti che immettono sul mercato comunitario non contribuiscono alla distruzione delle foreste

Il regolamento, la cui entrata in vigore è già stata rimandata di un anno, attualmente riguarda sette materie prime: caffè, cacao, carne bovina, soia, olio di palma, gomma e legno/cellulosa (e relativi prodotti derivati).

Secondo Lavazza, però, l’industria del caffè sarebbe meno preparata ad applicare la normativa, rispetto ad esempio a quella del cacao che avrebbe meno Paesi produttori. Sia Lavazza che Mondelēz sostengono di non essere pronte a rispettare i nuovi obblighi di due diligence e tracciabilità richiesti dalla legge. Da qui, la richiesta pubblica di un rinvio della legge, spalleggiata anche da un altro alleato: il Parlamento europeo.

© Lorenzo Moscia / Greenpeace

Il Parlamento europeo sta mettendo in atto un vero e proprio sabotaggio ai danni dell’EUDR

Mentre il 7 luglio 18 Stati membri dell’UE, tra cui anche l’Italia, hanno scritto alla Commissione europea per chiederle di semplificare  il regolamento, di escludere alcuni Stati dagli obblighi di tracciabilità e valutare un ulteriore rinvio nell’applicazione dell’EUDR in attesa delle modifiche, il 9 luglio anche il Parlamento europeo ha fatto la sua mossa. 

Ha approvato infatti una mozione del deputato austriaco Alexander Bernhuber (PPE) che chiede alla Commissione di modificare la metodologia secondo la quale l’EUDR classifica i Paesi in base al rischio di deforestazione (“alto”, “standard” o “basso”). C’è di più: la mozione propone anche l’introduzione di una nuova categoria – quella di “rischio trascurabile”. Ma questo cosa comporterebbe? Vorrebbe dire che i Paesi a “rischio trascurabile” sarebbero esentati dagli obblighi di tracciabilità.

Questo è un vero e proprio sabotaggio travestito da miglioria. Cambiare la classificazione dei Paesi introducendo una categoria a “rischio trascurabile” non ha alcuna giustificazione, dato che è già prevista una categoria a “basso rischio” che potrà beneficiare di un obbligo di “due diligence semplificata” e di controlli limitati da parte delle autorità competenti.

L’obiettivo è chiaro: smantellare pezzo dopo pezzo l’EUDR, indebolirla e ritardarne il più possibile l’applicazione. Con buona pace delle foreste, che saranno sempre più a rischio per il profitto di pochi.

L’EUDR è una legge fondamentale per le foreste e non deve essere rinviata di nuovo

Ritardare ancora l’attuazione dell’EUDR rischia di farci perdere altro tempo prezioso nella lotta contro la deforestazione.

Modificare ora la classificazione dei Paesi significherebbe ritardare ancora una volta l’applicazione della normativa e questo non deve succedere: le foreste non possono aspettare oltre per essere protette. 

Inoltre, l’idea di introdurre una nuova categoria di “rischio zero” è inaccettabile e assurda, soprattutto se ciò significa esentare interi settori industriali dagli obblighi di tracciabilità. Abolire tracciabilità e trasparenza sarebbe un regalo alle aziende sconsiderate che traggono profitto dalla deforestazione.

L’Italia deve fare la sua parte anziché spalleggiare il rinvio dell’EUDR: il Ministro Lollobrigida, Lavazza, gli altri ministri europei e le multinazionali come Mondelēz devono essere in prima linea per difendere questa legge fondamentale per le foreste.

La legge contro la deforestazione non si tocca!

Firma la petizione per chiedere all’Unione Europea che l’EUDR entri in vigore senza ulteriori ritardi.