La ripartenza dopo il Covid-19 è un’occasione storica che ci mette davanti a un bivio: ripristinare il vecchio sistema economico fondato su attività inquinanti e distruttive che hanno avvelenato noi e il Pianeta, o porre una volta per tutte le basi per consegnare alle future generazioni un mondo verde, sicuro e pacifico? Greenpeace non ha dubbi in proposito, ed è con questo proposito che si reca oggi a Villa Pamphili, agli Stati Generali dell’Economia promossi dal Governo italiano. “Ringraziamo il Presidente del Consiglio di averci invitato e dato l’opportunità di presentare le proposte di Greenpeace per il rilancio dell’Italia”, afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia: “Al Governo chiediamo di non sprecare questa crisi e la ripartenza: è il momento di fare una svolta verde e di passare dalle parole ai fatti”.

Le priorità identificate da Greenpeace sono quattro:

  1. Più energia verde. Adottare di un piano nazionale di transizione energetica (PNIEC) più ambizioso, con l’obiettivo di ridurre del 65% le emissioni di CO2 entro il 2030, e di arrivare a emissioni nette 0 (zero) entro il 2040. Inoltre, è necessario impedire agli inquinatori di accedere ai fondi pubblici e distribuire denaro agli azionisti senza un piano di decarbonizzazione delle loro operazioni in linea con l’accordo di Parigi.
  2. Più qualità della vita in città. Promuovere un cambiamento sistemico nelle città, a partire dalla mobilità alternativa e dalla creazione di aree verdi, fino agli investimenti nelle periferie per abbattere le disuguaglianze sociali ed economiche e alla promozione di modelli di produzione e consumo che riducano l’uso di plastica monouso.
  3. Più agricoltura ecologica. Riscrivere il sistema di assegnazione dei sussidi all’agricoltura industriale in favore delle aziende che producono cibo in modo sano ed ecologico.
  4. Più pace e salute. Mettere la sicurezza, la salute e il benessere dei cittadini al centro, destinando al nostro sistema di welfare e sanitario i fondi annualmente investiti in armamenti e nelle attività dannose per l’ambiente.

“Le azioni proposte sono tutte possibili e avrebbero l’effetto di migliorare sia l’economia, che l’ambiente e la salute dei cittadini”, aggiunge Onufrio, e sono oggetto di una petizione appena lanciata sul sito di Greenpeace. Proprio nei giorni scorsi, Greenpeace ha presentato “Italia 1.5”, una rivoluzione dell’energia all’insegna della transizione verso le fonti rinnovabili e la totale decarbonizzazione del nostro Paese. Tale piano – fondato su modelli analitici tra i più avanzati a livello mondiale – permetterebbe all’Italia non solo di rispettare gli accordi di Parigi, diventando a emissioni zero, ma di ottenere enormi  vantaggi in termini economici, occupazionali e di indipendenza energetica.

Altro esempio concreto è rappresentato dal successo della Campagna Detox di Greenpeace presso il settore tessile italiano, e non solo. Molte aziende, infatti, si sono impegnate a eliminare sostanze e processi inquinanti dai propri prodotti, aiutate da un Consorzio nazionale che ha sede presso il distretto industriale di Prato: “Invitiamo il Presidente Conte a considerare questa esperienza come un esempio di rilancio di una ‘competitività sostenibile’ in un settore fondamentale per l’export italiano”, conclude Onufrio, “dimostrando ancora una volta che tra ambiente e sviluppo non c’è contraddizione”.

Il Rapporto “Italia 1.5”: https://www.greenpeace.org/italy/rapporto/11763/italia-1-5/

La petizione “Ripartire da salute, lavoro e ambiente”: https://attivati.greenpeace.it/petizioni/restart/