Nel rapporto ufficiale sulle origini di SARS-CoV-2, l’ OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sottolinea i rischi potenzialmente letali di malattie dovute al contatto tra la fauna selvatica e le persone, e di conseguenza quanto gli ecosistemi naturali costituiscano una zona cuscinetto importante per proteggerci dai virus provenienti dalla fauna selvatica.

“Gli allarmi provenienti dal mondo della ricerca sui rischi di malattie infettive legate alla perdita di biodiversità stanno diventando sempre più frequenti. La distruzione degli ecosistemi naturali erode la zona cuscinetto che separa questi virus dalle persone. Lo scorso anno il governo cinese ha compiuto alcuni passi in avanti vietando allevamento e consumo di animali selvatici. Ma occorre fare di più, in Cina e altrove. Crisi sanitarie a livello globale come l’attuale  pandemia, si verificheranno sempre più spesso se non riusciremo a proteggere gli ecosistemi naturali” afferma Pan Wenjing, responsabile Foreste e Oceani di Greenpeace Asia.

Insieme al contatto diretto con gli animali selvatici, la distruzione degli ecosistemi naturali facilita la diffusione di malattie attraverso una serie di fattori. Ad esempio, una ricca biodiversità aiuta a protegge gli esseri umani dalla trasmissione di malattie da parte delle zanzare. Altri esempi di malattie infettive in aumento a causa dell’invasione umana degli ecosistemi naturali includono la febbre gialla, il virus Mayaro e la malattia di Chagas nelle Americhe.

Il rapido tasso di distruzione degli ecosistemi naturali a livello globale comporta un aumento dei rischi di nuove infezioni. Le cause principali sono lo sfruttamento delle risorse e l’agricoltura industriale ad opera dell’uomo.

La prossima Convenzione sulla diversità biologica – COP 15 – dovrebbe tenersi proprio in Cina, nello Yunnan, il prossimo ottobre.

“I virus non si fermano di fronte ai confini, la cooperazione multilaterale è l’unica risposta a crisi globali come l’attuale. Le informazioni che ci arrivano dal mondo scientifico sono chiare: la distruzione degli ecosistemi naturali agevola la diffusione di nuovi focolai di malattie. Bisogna che governi e aziende intraprendano azioni concrete ora per proteggere gli ecosistemi a livello globale” dichiara Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia.