La foresta di Fagerholmsloken, nella Svezia settentrionale, era una tra le più antiche appartenenti all’ecosistema boreale della Grande foresta del Nord, che si estende dalla Scandinavia fino al Canada, passando per la Russia e l’Alaska.

Le autorità forestali svedesi l’avevano identificata come “un’area con valori di conservazione ecologica particolarmente elevati”, il che significa che questa foresta si distingueva per la straordinaria varietà di flora e fauna.

Ma, come avrete purtroppo intuito, oggi la foresta di Fagerholmsloken non esiste più. È stata distrutta per produrre fazzoletti, asciugatutto, carta igienica e tovaglioli. Articoli che potrebbero invece essere prodotti utilizzando fibra di cellulosa riciclata.

Questa foresta era di proprietà di SCA, una società svedese che possiede una grande quantità di foreste europee e le sfrutta per produrre legname e polpa di cellulosa, che vengono venduti a grandi aziende come Essity, il principale produttore europeo di tissue (proprietario in Italia del marchio Tempo).

Lo scorso settembre, Greenpeace ha pubblicato “Wiping out the Boreal”, un rapporto che dimostra come vari fornitori di Essity siano responsabili della distruzione di aree forestali di grande valore. Nonostante ciò, la foresta di Fagerholmsloken, citata nel rapporto e presa ad esempio per il suo valore, è stata rasa al suolo.

Per proteggere la Grande Foresta del Nord ed evitare che altre foreste preziose come quella di  Fagerholmsloken vengano distrutte, dobbiamo impedire che alberi che hanno svettato per decenni, o addirittura per secoli, vengano abbattuti per produrre fazzoletti o asciugatutto che verranno utilizzati per qualche secondo e poi gettati via.

Per questo chiediamo ad Essity di eliminare dalla propria filiera i fornitori coinvolti nella distruzione di aree importanti della Grande Foresta del Nord in Svezia, Finlandia e Russia.

Una foresta considerata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO che ospita tra le 11 mila e le 25 mila specie, tra cui il bisonte europeo, che in natura non si trova altrove. Nonostante ciò, solo il 35 percento di questa foresta è protetto.

Quest’anno il ministro dell’Ambiente polacco, Jan Szyszko, ha modificato la legge nazionale, eliminando ogni forma di controllo sul taglio di alberi presenti su terreni. Inoltre, le foreste gestite dallo Stato non sono più obbligate a seguire la normativa Ue sulla protezione delle specie. Ciò ha dato il via ad un massiccio disboscamento in tutto il Paese.

La Corte di Giustizia europea ha però reagito: il 20 novembre scorso ha ordinato alla Polonia di fermare il disboscamento della foresta di Bialowieza, prevedendo anche una sanzione pecuniaria di minimo 100 mila euro al giorno nel caso non venga rispettata la sentenza.

Anche se tale misura è stata presa ad interim, quindi non ha valenza definitiva, è comunque un grande passo per la salvaguardia della foresta.

Non possiamo permettere che questo antico e fragile ecosistema venga distrutto in nome del profitto. Non smetteremo di resistere fino a quando l’intera foresta non sarà riconosciuta come parco nazionale, come accade nella vicina Bielorussia.

Per sostenere la nostra battaglia in difesa della foresta di Bialowieza, firma la petizione!

Greenpeace Italy

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