Un banco di pesci lolosi nuota al largo della costa dell'isola di Manyaifun, nel distretto di Waigeo occidentale (Papua sud-occidentale)
© Nita / Greenpeace

Consumiamo pesce in modo sostenibile? La risposta non è così semplice.

In Italia, dalla metà degli Anni ’80 a oggi, la pesca è in declino: un segnale evidente dello stato critico in cui versano le popolazioni ittiche dei nostri mari. Nonostante questo, però, oggi il nostro Paese risulta quello che pesca di più nel Mediterraneo

E a livello generale com’è la situazione? Gli stock ittici del Mediterraneo e del Mar Nero mostrano segnali di ripresa incoraggianti: secondo le stime della FAO, nel 2025 la percentuale di stock sovrasfruttati  – ovvero, pescati troppo – è scesa al 52%.

Una buona notizia? Senza dubbio. Ma c’è un problema: sempre secondo la FAO, nonostante la riduzione della pressione di pesca stia favorendo il recupero delle popolazioni ittiche, questi valori sono ancora lontani dagli obiettivi prefissati per garantire ecosistemi marini sani e resilienti.

Una certezza, però, c’è: noi consumatori possiamo fare la nostra parte. Come? Riducendo il consumo di pesce e scegliendo in modo più attento e consapevole. Ma esistono davvero pesci sostenibili, pescati con pratiche a basso impatto ambientale? E come possiamo riconoscerli? Scopriamolo insieme per capire come consumare meno e meglio.

Innanzitutto, cosa si intende per pesca sostenibile?

La pesca sostenibile è quella praticata da piccole imbarcazioni con attrezzi selettivi che hanno un basso impatto sull’ambiente. La pesca sostenibile è tale perché ha impatti minori sui nostri mari, in quanto riduce al minimo le catture accidentali, e ha un impatto molto ridotto sui fondali e habitat marini. 

La pesca sostenibile preleva dal mare solo ciò che serve e sostiene le comunità costiere locali. Quantità minime di questo pescato giunge nelle nostre città: oltre il 70% del pesce che consumiamo è importato dall’estero o proviene da allevamenti ittici intensivi.

Pesce di allevamento? No, non si può considerare pesce sostenibile

Il pesce di allevamento non è una soluzione virtuosa. Gli allevamenti ittici intensivi sono infatti estremamente dannosi per i mari: per allevare migliaia e migliaia di pesci, rinchiusi in gabbie, gli ecosistemi marini possono essere inondati di deiezioni, mangimi, pesticidi e antibiotici. Senza dimenticare che gli allevamenti ittici non risolvono il problema della pesca eccessiva, perché per nutrire i pesci di allevamento serve altro… pesce. Gli allevamenti ittici non riducono la pressione sugli stock marini, ma la aumentano, comportando una perdita netta per mari e oceani.

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Pesci in un allevamento ittico intensivo intrappolati in un'enorme rete immersa nel mare

Quindi quali pesci prediligere? Ecco alcuni consigli

Di seguito trovi quelle che possono essere considerate le specie di pesce “meno a rischio”. Attenzione, però! Ricorda sempre di controllare sull’etichetta il metodo di pesca utilizzato.

Cefalo o muggine

Ha carni buone e delicate con un buon apporto di nutrienti. Le uova vengono usate per la preparazione della bottarga.

  • Stagione: tutto l’anno
  • Metodo di pesca: reti da posta
  • Taglia minima: 20 cm

Mormora

Vive in fondali sabbiosi costieri a basse profondità, Ha carni pregiate e gustose. 

  • Stagione: inverno, primavera
  • Metodo di pesca: reti da posta
  • Taglia minima: 20 cm

Palamita

È un pesce azzurro con ottime carni bianche e delicate, ricche di omega 3.

  • Stagione: inverno, primavera
  • Metodo di pesca: reti da posta
  • Taglia minima: 25 cm

Lampuga

Ha carni magre, saporite e compatte, facili da sfilettare, ricche di vitamina A e sali minerali.

  • Stagione: inverno, autunno
  • Metodo di pesca: reti da posta
  • Taglia minima: 7 cm

Sarago maggiore

Ha carni pregiate, bianche e ricche di sali minerali e nutrienti.

  • Stagione: primavera, estate, inverno
  • Metodo di pesca: nasse e reti da posta
  • Taglia minima: 23 cm

Scorfano

Ha carni saporite, magre e ricche di Omega 3. Perfetto per le zuppe di pesce.

  • Stagione: primavera,inverno
  • Metodo di pesca: palangaro di fondo
  • Taglia minima: 15 cm

Seppia 

Ha ottime carni, magre e povere di grassi.

  • Stagione: autunno, inverno
  • Metodo di pesca: Nasse, reti di posta
  • Taglia minima: 7 cm

Sgombro

Ha carni saporite e ricche di nutrienti e Omega 3.

  • Stagione: inverno, primavera
  • Metodo di pesca: Reti a circuizione (cianciolo)
  • Taglia minima: 18 cm

Sugarello 

Si trova a basse profondità e su fondali sabbiosi. Ha carni eccellenti e gustose.

  • Stagione: primavera, estate
  • Metodo di pesca: Reti da posta
  • Taglia minima: 15 cm

Quali sono i metodi di pesca da preferire? Controlla l’etichetta!

Distinguere i metodi di pesca è utile per valutare se stai acquistando pesce sostenibile o pescato con metodi dannosi, come reti a strascico che raschiano i fondali e distruggono habitat marini preziosi e delicati, o attrezzi da pesca poco selettivi che possono comportare la cattura accidentale di specie marine protette o a rischio di estinzione, come squali, delfini, tartarughe e uccelli marini.

Vale sempre la pena però ricordare una cosa importante: ogni metodo di pesca, se usato in modo rischioso e improprio su fondali delicati, può comunque causare impatti o catture accidentali. Inoltre la pesca eccessiva (qualunque sia il metodo usato) è sempre problematica, sia per la specie pescata sia per l’intero ecosistema marino.

Metodi di pesca a basso impatto ambientale

Nassa

Antico attrezzo a forma di imbuto o gabbia che viene calato a mano e intrappola il pesce grazie a un’esca. Artigianale e selettivo: eventuali catture indesiderate o esemplari sottotaglia possono essere rilasciati vivi in mare.

Palangaro di fondo

È composto da un insieme di ami collegati a un sostegno e calati in prossimità

del fondale per la pesca di fondo. Contrariamente al palangaro derivante – utilizzato per la cattura di grandi pelagici – il palangaro di fondo è abbastanza sostenibile.

Reti a circuizione cianciolo

Una potente sorgente di luce (lampara) attira i pesci che formano un “banco” che viene circondato dalla rete. Attrezzo selettivo per la cattura soprattutto

di pesce azzurro (sgombri, sardine e acciughe)

Rete da posta

Rete fissa artigianale, molto diffusa nel Mediterraneo con varie tipologie. Può essere formata da un’unica pezza di rete (reti ad imbrocco) o da tre pezze di rete sovrapposte (tremaglio) in cui restano impigliate molte varietà di pesce, soprattutto quelle che vivono vicino al fondale, come sogliole, scorfani, seppie, cefali. 

Metodi di pesca ad alto impatto ambientale

Tonnara volante

Rete a circuizione di grandi dimensioni, utilizzata per la pesca del tonno. Se dotata di FAD (sistemi di aggregazione dei pesci) comporta la cattura accidentale di specie indesiderate o protette come squali, delfini e tartarughe marine.

Palangaro derivante

A un lungo cavo di nylon munito di galleggianti sono collegati un grande numero di ami.

Il sistema è lasciato in balia delle correnti per la cattura di grandi pesci pelagici come tonno e pesce spada. Poco selettivo, cattura accidentalmente anche squali, delfini e tartarughe marine.

Rete da traino (o strascico)

Molto diffusa, necessita di imbarcazioni piuttosto potenti. Le reti a strascico, che vengono trainate sul fondale per la cattura di specie di fondo, hanno un forte impatto sugli habitat e le specie marine. Le reti da traino pelagico sono trainate da coppie di imbarcazioni (volanti a coppia) e catturano soprattutto piccoli pelagici come acciughe e sardine.

Draga turbosoffiante

Attrezzi trainati che smuovono il fondale sabbioso con potenti getti d’acqua mentre un rastrello raccoglie molluschi (vongole soprattutto) ma anche ogni altro organismo presente. Sono tra gli attrezzi più dannosi.

La pesca a strascico ha un forte impatto sugli habitat e sulle specie marine
© Paul Hilton / Greenpeace

Come scegliere pesce in modo sostenibile? 5 consigli per riassumere

  1. Poco ma… buono e sostenibile! Scegli la qualità e non la quantità: il pesce è una risorsa naturale preziosa, quindi rispettala e dai un valore a ciò che mangi.
  2. Leggi l’etichetta, informati e pretendi di avere tutte le informazioni sul pesce che consumi.
  3. Scegli solo pesce fresco, pescato localmente con attrezzi artigianali a basso impatto ambientale
  4. Non acquistare specie in declino o prodotti derivanti da attività non sostenibili (ad esempio, evita tonno, pesce spada, gamberoni e prodotti provenienti da allevamenti intensivi)
  5. Compra solo pesci adulti (ovvero che hanno raggiunto la maturità sessuale) e di stagione

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