120 attivisti stanno protestando pacificamente in Piazza del Popolo a Roma, dove Enel ha allestito un “museo” multimediale dell’energia per festeggiare i suoi 50 anni. Davanti alla

No Coal Action at Enel Party in Rome. © Francesco Alesi

120 Greenpeace activists place 366 dead body shaped outlines in front of the Enel stand in Rome on the celebration day of the 50th anniversary of the Italian electric utility company. The outlines symbolize the number of premature deaths caused by the coal in Italy every year (Somo report).

struttura abbiamo deposto più di 360 sagome con questo messaggio: “Il carbone di Enel causa 366 morti premature l’anno in Italia”.

Secondo uno studio realizzato dall’istituto indipendente olandese SOMO 366 sono i casi di morte prematura determinati annualmente dalle emissioni delle centrali a carbone di Enel in Italia. Questi dati fanno riferimento alle emissioni del 2009, anno in cui la produzione da carbone dell’Enel era significativamente più bassa di oggi. L’azienda, lo scorso anno, con la fonte più dannosa per la salute e per il clima ha realizzato, in Italia, il 41% della sua produzione elettrica.

Ma Enel non vuole fermarsi. La sua intenzione è realizzare due nuove centrali a carbone e per quella di Porto Tolle è stata appena riavviata la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale. Utilizzando una metodologia scientificamente validata dell’Università di Stoccarda (EcoSenseWeb) abbiamo calcolato in 85 casi di morte prematura l’anno gli impatti sanitari che la realizzazione di quella centrale determinerebbe secondo le emissioni da progetto.

La prospettiva, dunque, è quella di un futuro prossimo in cui una multinazionale da oltre 70 miliardi di fatturato l’anno, attiva in 4 continenti, nel nostro Paese produrrà energia per oltre il 50% da carbone: determinando impatti sanitari quantificabili certamente in oltre 400 casi di morte prematura ogni anno e in un danno economico al Paese che potrebbe superare i 2,5 miliardi di euro.

Non è un bel compleanno, questo di Enel. Nella sua pubblicità, Enel ci ha chiesto per mesi “quanta energia c’è in un attimo”, senza dirci invece quanta CO2 c’è in un solo secondo: oltre una tonnellata, per limitarci alla sola produzione nel nostro Paese.

Mentre sono in corso i negoziati sul clima di Doha, chiediamo a Enel di ritirare ogni nuovo progetto di centrale a carbone, di dimezzare la produzione realizzata con quella fonte entro il 2020 e di azzerarla entro il 2030. Si risparmierebbe, annualmente, l’emissione di circa 27 milioni di tonnellate di CO2 (cioè più del doppio delle emissioni di Milano, Roma e Torino messe insieme) e danni sanitari, economici e ambientali nell’ordine dei 2 miliardi di euro all’anno.

Intanto con la campagna www.IoNonViVoto.org stiamo interpellando i leader politici riguardo il futuro energetico del Paese. Tra gli impegni richiesti c’è anche quello di rimuovere i vertici di Enel (che sono nominati dal Governo) che prima ci hanno provato col nucleare e adesso continuano col carbone. Al momento si sono detti favorevoli a nominare un nuovo management Vendola, Puppato, Di Pietro, Samorì e Maroni.