I nostri attivisti sono entrati in azione stamattina a Trieste, durante l’assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali aprendo un enorme striscione con scritto “Generali: basta assicurare carbone e cambiamenti climatici”.

I nostri attivisti sono entrati in azione stamattina a Trieste, durante l’assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali, aprendo un enorme striscione con scritto “Generali: basta assicurare carbone e cambiamenti climatici” proprio all’ingresso del palazzo che ha ospitato l’evento. Altri attivisti hanno portato dei sacchi di carbone a simboleggiare il business inquinante in cui il gruppo assicurativo è coinvolto.

Abbiamo inoltre chiuso l’area con transenne ed un cartello con la scritta “Attenzione: cambiamenti climatici in corso”.

Abbiamo voluto mostrare a tutti gli azionisti di Generali, e a tutti i cittadini, il lato meno conosciuto del Leone di Trieste. La più grande compagnia assicurativa italiana assicura alcuni tra gli impianti più inquinanti d’Europa, e non ha alcuna intenzione di smettere. Stiamo parlando di centrali e miniere che si trovano in Est Europa, ed in particolare in Polonia, ma i cui impatti devastanti arrivano fin dentro casa nostra. Il settore del carbone polacco è responsabile infatti di più 5 mila morti premature stimate ogni anno, di cui oltre 400 anche in Italia.

Al Leone di Trieste stiamo chiedendo di smettere di assicurare impianti e miniere a carbone, e di fermare tutti gli investimenti in quella che è la fonte fossile più inquinante in termini di emissioni di CO2. Generali infatti, in consorzio con altre assicurazioni come ad esempio Allianz, fornisce copertura assicurativa e finanziaria ad alcuni dei più inquinanti impianti d’Europa. Come la miniera di Turow, responsabile dell’inquinamento dell’acqua di oltre 30 mila persone o l’impianto di Opole, la più grande espansione di centrale a carbone al momento in programma in Europa.

Generali ha recentemente approvato una strategia sul cambiamento climatico, in cui si prevede un disinvestimento di 2 miliardi di euro dal settore del carbone. Purtroppo, però, nessun intervento è previsto sul lato delle assicurazioni, e dunque il Leone di Trieste continuerà ad assicurare alcuni tra gli impianti maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici, nonché di disastrosi danni ambientali e sanitari. Anche da un punto di vista finanziario, nonostante l’annuncio di disinvestimento, la strategia prevede una “clausola d’eccezione” che riguarda proprio l’Est Europa, dove sono situati questi impianti, che Generali continuerà dunque non solo ad assicurare ma anche a finanziare.

Non è pensabile approvare una strategia per combattere i cambiamenti climatici e contemporaneamente continuare ad assicurare e finanziare alcuni tra i maggiori responsabili dei disastri climatici.