Un’onda blu umana ha attraversato il mondo per chiedere la tutela dei nostri mari. Dal Colosseo a Londra, da Santiago a Johannesburg, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, centinaia di persone, tra cui volontari e attivisti di Greenpeace, dipinte di blu hanno chiesto ai Governi seduti alle Nazioni Unite un Accordo Globale per la creazione di una rete di Santuari che protegga un terzo degli Oceani entro il 2030.
Dalla spiaggia della Giannella a Orbetello (GR), dove si conclude oggi il nostro tour Mayday SOS Plastica, ci siamo uniti a questo movimento globale con un’onda ed un cuore fatto da volontari “dipinti di blu”.
Conosciamo tutti la crisi profonda che attraversano gli oceani: dalla plastica al cambiamento climatico, le attività umane stanno provocando dei danni all’ecosistema marino che rischiano di essere irreversibili, sono necessarie azioni immediate e una precisa volontà politica per salvare i nostri mari e i loro abitanti.
Anche se i risultati dei campionamenti che abbiamo effettuato in queste settimane nel Tirreno verranno diffusi tra alcuni mesi, sappiamo che la situazione è drammatica e la parte di plastica visibile a occhio nudo in mare è solo la punta dell’iceberg. Grandi quantità di microplastiche arrivano dai fiumi, soffocando i nostri mari. L’unica strada percorribile è quella di ridurre la produzione della plastica a monte, iniziano dall’usa e getta!
Cambiamenti climatici, pesca eccessiva, estrazioni minerarie, trivellazioni, plastica: i nostri oceani subiscono di tutto per colpa dell’avidità umana. Spesso sono proprio le zone d’Alto Mare, al di fuori della giurisdizione degli Stati costieri, a diventare prede degli interessi di pochi Stati ricchi e potenti o di aziende spregiudicate. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Non possiamo accettarlo: per difendere il fragile e meraviglioso ecosistema marino, serve creare una rete di Santuari d’Alto mare su scala planetaria.
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