A proposito dell’archiviazione definitiva per l’accusa contro Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, che il 29 giugno 2019 era stata arrestata dopo avere violato il divieto di sbarco dei naufraghi soccorsi nel Canale di Sicilia, Greenpeace commenta:

“La decisione del Gip di Agrigento certifica quello che resterà come un momento vergognoso per le istituzioni del nostro Paese. Salvare migranti è un obbligo non negoziabile e la Libia non è un porto sicuro come per mesi il governo italiano ha ripetutamente affermato. La comandante della Sea Watch era obbligata dal diritto internazionale, oltre che dalla sua coscienza, a sbarcare i naufraghi a Lampedusa” afferma Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.

“Il dramma dei migranti non è un evento del passato, ed è anzi destinato a crescere a causa della nostra inerzia nell’affrontare le crisi climatiche e ambientali che spesso sono tra le cause di questi flussi di gente disperata. Se continuiamo a parlare di false soluzioni, come gas e nucleare, a sprecare soldi pubblici per difendere le installazioni di estrazione di fonti fossili saremo complici di disastri che possiamo prevenire, o per lo meno limitare, con una vera transizione ecologica ed energetica che si basi sulle fonti rinnovabili”.