
L’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) rischia di avere effetti devastanti su ambiente, clima e agricoltura sostenibile mentre a guadagnarci sarebbero solo pochi colossi agroindustriali. Secondo nuove stime dell’istituto di ricerca olandese Profundo, pubblicate oggi da Greenpeace Paesi Bassi, l’azienda brasiliana JBS – primo produttore mondiale di carne – potrebbe ottenere fino a 1,7 miliardi di euro di profitti lordi aggiuntivi e 1,2 miliardi netti entro il 2040 se l’accordo venisse adottato. Si tratta dell’8% della sua attuale capitalizzazione di mercato (aprile 2025) e di un valore vicino ai profitti medi annuali globali dell’azienda.
I guadagni stimati – nel caso di colossi come quelli dell’agroalimentare – deriverebbero sia dalla riduzione dei dazi doganali sia dall’aumento dei volumi di esportazione verso l’UE. In cambio, il mercato europeo aprirebbe a massicce importazioni di carne bovina, pollame, zucchero, miele e altri prodotti agricoli, spesso realizzati con standard ambientali e sanitari inferiori a quelli europei. Questo aumenterebbe la concorrenza sleale verso i nostri piccoli e medi agricoltori, già messi in difficoltà da costi in crescita e dai prezzi imposti dalla grande distribuzione.
«L’accordo UE-Mercosur riempirà le tasche di colossi come JBS, primo produttore di carne al mondo con una filiera legata alla distruzione della natura, a violazioni dei diritti umani e a enormi emissioni climatiche», dichiara Martina Borghi della campagna Foreste di Greenpeace Italia. «I governi non dovrebbero favorire l’espansione di modelli di business predatori come questo, ma investire nell’agroecologia e in una transizione agricola sostenibile».
Il governo Meloni, nel frattempo, non ha assunto una posizione chiara contro l’accordo, limitandosi a chiedere modifiche. Secondo Greenpeace, le legittime rivendicazioni del mondo agricolo sono state strumentalizzate per attaccare il Green Deal europeo, e ora rischiano di essere sacrificate agli interessi delle grandi multinazionali.
I pericoli dell’accordo non sono solo economici. I regolamenti sanitari del blocco Mercosur sono meno rigorosi in aree chiave come l’uso di pesticidi, antibiotici e ormoni negli allevamenti. Un recente audit ufficiale ha evidenziato che il Brasile non è in grado di garantire l’assenza di ormoni vietati dall’UE nelle sue esportazioni di carne. Sul piano ambientale, l’accordo aggraverebbe la distruzione di ecosistemi vitali come la foresta amazzonica o il Chaco, per fare spazio a pascoli e coltivazioni destinate ai mangimi.
L’intesa UE-Mercosur è stata finalizzata nel dicembre 2024 dopo oltre vent’anni di negoziati, ma deve ancora essere ratificata dai parlamenti europei e sudamericani. Il voto dei governi UE è previsto per settembre 2025, seguito da quello del Parlamento europeo. Intanto, l’UE ha votato per ritardare di un anno l’entrata in vigore del Regolamento contro la deforestazione (EUDR), e il 22 maggio scorso la Commissione europea ha classificato Paesi come Brasile e Argentina come “rischio standard” invece che “alto rischio”, riducendo la frequenza dei controlli obbligatori sui prodotti importati. Una scelta che indebolisce gravemente questo strumento proprio mentre l’accordo UE-Mercosur rischia di aumentare la pressione sulle foreste.
Un’inchiesta pubblicata ieri da Politico rivela inoltre che l’Italia – insieme a Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Lettonia, Portogallo, Romania e Slovenia – sostiene l’iniziativa guidata da Lussemburgo e Austria per rendere ancora più blando l’EUDR. Il gruppo propone alla Commissione europea di escludere i Paesi “a rischio insignificante” dal campo di applicazione del regolamento, di permettere il taglio di alberi se questo viene “compensato” nello stesso Paese, di ridurre al minimo gli obblighi di rendicontazione e documentazione, e di posticipare ulteriormente l’entrata in vigore del regolamento.
Greenpeace invita i governi europei a respingere l’accordo UE-Mercosur, a non indebolire ulteriormente l’EUDR e ad assicurarne un’applicazione piena e rigorosa entro i tempi previsti.
Leggi QUI l’approfondimento di Greenpeace Italia sull’accordo UE-Mercosur
Leggi QUI la sintesi in italiano del report di Greenpeace Paesi Bassi su JBS