È fermo alla stazione di Chivasso il treno di scorie radioattive destinate al riprocessamento nell’impianto inglese di Sellafield che Greenpeace ha bloccato questa mattina all’una. 30 attivisti, italiani ed esteri, hanno organizzato tre blocchi lungo la ferrovia tra Vercelli e Chivasso (Torino) srotolando striscioni con scritto “No ai trasporti nucleari”.

Al primo blocco alcuni attivisti si sono incatenati a un furgone specialmente attrezzato fermo lungo i binari. Il secondo è stato effettuato da attivisti sui binari con i fumogeni e, infine, il terzo con cinque climbers che si sono appesi a un ponte ferroviario a Brandizzo. Insieme a Greenpeace il sen. Sauro Turroni.

I trasporti di materiale nucleare sono rischiosissimi sia per l’ambiente che per la salute umana. Il combustibile irraggiato delle vecchie centrali atomiche italiane non deve essere esportato per il riprocessamento, attività che produce una grave contaminazione radioattiva. Il recupero di uranio e plutonio dal combustibile, inoltre, alimenta gli arsenali nucleari – afferma Roberto Ferrigno, direttore campagne di Greenpeace. Questo deve essere l’ultimo treno: l’Italia non può scaricare su altri il peso delle scelte fallimentari fatte negli scorsi decenni“.

Per Greenpeace è irresponsabile affermare la possibilità di un ritorno del nucleare in Italia, mentre si rinvia e non si affronta il problema di che cosa fare delle scorie. Il combustibile irraggiato italiano è destinato all’impianto di riprocessamento di Sellafield, in funzione dal 1953, una delle principali fonti d’inquinamento radioattivo al mondo. La radioattività del mare d’Irlanda è altissima e questo ha provocato ripetute proteste del governo irlandese che chiede la chiusura dell’impianto.

A Sellafield arriva il combustibile irraggiato dall’Europa e dal Giappone. Se oggi abbiamo bloccato il treno a Vercelli è perché non vogliamo partecipare a questo scaricabarile in cui a rimetterci è la popolazione inglese che vive in quell’area. Le scorie nucleari devono essere gestite dal paese che le produce, che deve assumersene la responsabilità” conclude Ferrigno.

Il trasporto di questa notte, il tredicesimo, avrebbe dovuto essere l’ultimo, ma il decreto Marzano del 2 dicembre 2004 ha rimesso tutto in discussione: le 235 tonnellate di combustibile irraggiato ancora stoccate negli impianti nucleari di Trino Vercellese, Saluggia e Caorso (cioè il 99% della radioattività esistente presso gli impianti nucleari dismessi) potranno essere esportate all’estero. Si tratta di organizzare 70-80 trasporti eccezionali di combustibile radioattivo dall’Italia entro il 2007.