Activists from Greenpeace and the Friday for Future movement protest outside the ENI headquarters in Rome.

Che a scuola si debba parlare di clima è un dato di fatto, e l’Italia da questo punto di vista ha “precorso” i tempi: in base alla legge 92 del 20 agosto 2019, infatti, si è inserito l’insegnamento dell’educazione ambientale all’interno delle “ore” di educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado del Paese.

E fin qui, direte voi, tutto bene.

La realtà però è sempre più sorprendente della fantasia: l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha deciso di affidare la formazione dei docenti delle scuole italiane sulla sostenibilità ambientale al colosso italiano del petrolio, Eni.

Sul fatto che questa scelta fosse un paradosso ci siamo espressi non solo noi, ma anche gli insegnati e gli studenti, eppure… eppure, ci siamo detti, possiamo fare qualcosa di più per la scuola italiana.

È per questo che abbiamo deciso di tenere una lezione di clima in diretta su Facebook e Youtube (ospiti il climatologo Luca Mercalli, l’insegnante dei Teachers For Future Monica Capo e lo studente del movimento EniOut Giovanni Azzetta) e di mettere a disposizione degli insegnanti – ma anche di studenti e studentesse- delle lezioni e delle slides scaricabili liberamente e pronte per essere usate in classe, a distanza o in presenza (le trovate anche nella pagina “I nostri consigli” ).

In altre parole, forniamo ai/alle prof la formazione ambientale che i presidi hanno deciso di affidare invece ad una multinazionale del petrolio.

L’istruzione, quella vera, dovrebbe affrontare i cambiamenti climatici per quello che sono: un problema di fronte al quale non possiamo più scappare, che è destinato a peggiorare se non faremo nulla per dare un freno allo sfruttamento delle fonti fossili, alla deforestazione e agli allevamenti intensivi.

Il clima e la sostenibilità ambientale sono temi che vanno affrontati in classe nel modo giusto, di certo non lasciati a chi trae profitto dallo sfruttamento degli idrocarburi!

Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

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