Come abbiamo modo di verificare ormai sempre più spesso, anche nel nostro Paese la crisi climatica in corso rende più intensi e frequenti fenomeni come alluvioni, frane, incendi o siccità. Eventi estremi che, oltre a causare decine di vittime e a portare con sé pesanti ripercussioni sulla quotidianità delle comunità coinvolte, hanno cospicui impatti anche a livello economico. Li abbiamo misurati nel nostro ultimo rapporto sul costo degli eventi estremi, scientificamente collegati alla crisi climatica, per cui è possibile ricostruire in modo completo e affidabile il flusso di denaro.

Ecco cosa è emerso: dal 2013 al 2019 il danno economico per l’Italia provocato da alluvioni e frane, eventi estremi intensificati dal riscaldamento globale, è stato pari a 20,3 miliardi di euro, per una media di quasi 3 miliardi ogni anno.

Nel nostro Paese oltre il 90 per cento dei comuni è a rischio frane o alluvioni. Un pericolo che incombe nel complesso su sette milioni e mezzo di italiane e italiani, come spiega Daniele Spizzichino, ingegnere del Dipartimento per il servizio geologico di ISPRA.

E se le conseguenze di questi fenomeni sono sempre più allarmanti – i comuni del comasco colpiti dalle forti alluvioni di questi giorni hanno stanziato 400 mila euro per l’emergenza e chiesto alla regione Lombardia oltre un milione e mezzo per poter ripartire – non dobbiamo dimenticare che alluvioni e frane sono solo due tra gli eventi estremi aggravati dalla crisi climatica. Come ricordano, ad esempio, i devastanti incendi che in queste settimane hanno messo in ginocchio ampie aree della Sardegna, le violentissime grandinate che hanno colpito parte del Nord Italia o la siccità che sta interessando con sempre maggior forza il sud del nostro Paese.  

Dal nostro studio emerge inoltre che dal 2013 al 2019 soltanto il 10 per cento dei danni causati da alluvioni e frane è stato risarcito dallo Stato alle Regioni, lasciando così i territori abbandonati a se stessi. Un quadro che diventa ancora più grave se si considera quanto nel nostro Paese si investe per evitare tali disastri: in sette anni i soldi impiegati in prevenzione sono stati pari a 2,1 miliardi di euro, appena un decimo dei danni stimati.

Fenomeni come alluvioni e frane sono strettamente collegati alla crisi climatica, causata dall’azione del genere umano. Il surriscaldamento terrestre ha infatti modificato il regime delle precipitazioni, facendo concentrare grandi quantità di pioggia in un lasso di tempo sempre minore, con effetti devastanti in un Paese con una media di consumo di suolo ben al di sopra di quella europea, come ci ha spiegato Paola Salvati, ricercatrice dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del CNR.

Oltre ad aumentare gli investimenti per la prevenzione e l’adattamento nei confronti degli eventi climatici estremi, l’Italia dovrebbe agire alla radice del problema, riducendo rapidamente fino ad azzerare le emissioni di gas serra, per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Una strada che questo governo, nonostante gli annunci, non sembra aver intrapreso. Chiediamo al governo italiano di promuovere una svolta decisiva nei settori più inquinanti, abbandonando l’uso di gas fossile, petrolio e carbone e dando vita a una reale e solida transizione ecologica per prevenire altre emergenze!

Leggi il rapporto completo QUI!

Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

Partecipa