Coal fired power station Weisweiler near Eschweiler in the Rhenish lignite mining area. Steam coming out of cooling towers.

Alcuni tra i principali Paesi produttori di carbone, petrolio, carne e mangimi animali stanno cercando di indebolire il prossimo rapporto dell’International Panel on Climate Change (IPCC), eliminando o annacquando tutte le informazioni che minaccerebbero gli interessi delle loro aziende.

È quanto rivela un’inchiesta realizzata da Unearthed, il team di giornalismo investigativo creato da Greenpeace UK, sulla base di decine di migliaia di documenti, normalmente secretati, con commenti da parte di governi, aziende, scienziati e sulle bozze del prossimo rapporto dell’IPCC.

Tra i Paesi che più cercano di minimizzare gli effetti sul clima troviamo Brasile, Argentina, Australia, Giappone, Arabia Saudita e gli Stati membri dell’OPEC.

Ad esempio, Australia, Arabia Saudita, e l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), stanno facendo pressioni sull’IPCC per eliminare o indebolire la parte conclusiva del report che afferma che dovremmo rapidamente cessare l’estrazione di fonti fossili come carbone, petrolio e gas fossile. Tutto questo, mentre continuano a reclamizzare soluzioni fasulle come la cattura e lo stoccaggio sotterraneo della CO2 (CCS).

Vari governi hanno inoltre chiesto di eliminare le critiche alle attività di “carbon offsetting”, la compensazione delle emissioni di gas serra tramite schemi di protezione forestale. A dispetto della mole crescente di evidenze che dimostrano l’inutilità e la pericolosità di queste pratiche, Paesi come Regno Unito, Canada e Stati Uniti hanno contestato la posizione dell’IPCC su questi progetti (come il noto REDD+, utilizzato anche da ENI, sfruttati come “un greenwashing a basso costo”.

Brasile e Argentina – tra i maggiori produttori di carne e mangimi – hanno invece fatto pressione sull’IPCC per eliminare alcuni passaggi sui benefici per il clima della riduzione del consumo di carne, e la promozione di diete con ridotto consumo di prodotti di origine animale.

Gli esperti dell’IPCC non hanno alcun obbligo di accettare questi commenti, che sono sottoposti a una rigorosa analisi scientifica sulla base dei dati disponibili. Tuttavia, alcuni commenti analizzati da Unearthed svelano le inquietanti posizioni assunte dietro le quinte, da alcuni Paesi importanti.

È inaccettabile che alcuni Stati e grandi aziende continuino a proteggere gli interessi di pochi e a fare affari come sempre, mentre il Pianeta brucia!


Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

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