Il giudice distrettuale Jon S. Tigar, nell’ordine con cui ha respinto il caso, ha scritto: “Il discorso degli imputati costituiva l’espressione di opinioni o di diversi punti di vista che costituiscono una parte vitale della nostra democrazia”. Ha aggiunto inoltre che “le pubblicazioni di Greenpeace in questione si basano su studi o fatti” e che “l’Accademia, e non il tribunale, è il luogo appropriato per risolvere disaccordi scientifici”.
Una notizia molto positiva per tutti noi, per i valori che condividiamo e per la foresta boreale del Canada. Le accuse di Resolute hanno rappresentato un chiaro tentativo di zittire voci in difesa dell’ambiente.
Ora auspichiamo che Resolute lavori con le organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, per creare un percorso collaborativo e sostenibile, perché il Pianeta ha bisogno della foresta boreale.
Insieme possiamo sviluppare soluzioni sostenibili e a lungo termine, che rispettino i diritti delle Popolazioni Indigene, proteggano le comunità locali e assicurino la sopravvivenza di specie a rischio.