Il nuovo dossier di Greenpeace Paesi Bassi svela il carattere criminale dell’industria fossile

Le aziende produttrici di combustibili fossili mentono da decenni sulla crisi climatica e l’intera umanità ne sta pagando il prezzo. Ma le bugie e gli inganni sono solo una parte della loro storia. L’industria dei combustibili fossili è coinvolta in innumerevoli attività illegali – passate e presenti – che non possiamo più permetterci di ignorare.

Grazie a un nuovo dossier di Greenpeace Paesi Bassi, “The Fossil Fuel Crime File: Proven Crimes and Credible Allegations, oggi viene svelato il carattere criminale dell’industria dei combustibili fossili.

Inventario criminale

Il rapporto identifica diciassette diverse categorie di reati o illeciti amministrativi tra cui pubblicità ingannevole, corruzione, degrado ambientale, violazioni dei diritti umani, greenwashing e persino complicità in crimini di guerra, per i quali le aziende di combustibili fossili sono state condannate o accusate in modo credibile. Queste categorie di reati sono supportate da 26 esempi di condotte criminali messe in atto da dieci aziende di combustibili fossili con sede in Europa, dal 1989 ad oggi. 

Potremmo chiamarlo un inventario criminale, unico nel suo genere, che ci restituisce, in caso ce ne fosse stato bisogno, una base solida per affermare che infrangere la legge è nel DNA delle aziende di combustibili fossili.

Le aziende europee di cui viene ricostruita, anche se solo parzialmente, la storia legale sono: Shell, TotalEnergies, Glencore, Repsol, OMV Petrom, RWE, Lundin Energy / Aker BP, Fortum e Equinor / Statoil e, dulcis in fundo, la nostra ENI

Il reato più ricorrente è la corruzione con 6 casi su 26. Negli ultimi anni è inoltre emersa una nuova “generazione di reati” che riguardano il greenwashing e la pubblicità ingannevole.

Se ci sono dei crimini ci sono anche delle vittime

Mentre per noi europei molti di questi crimini sono brevi notizie che talvolta trovano qualche spazio su tg e giornali, per tante altre persone, in particolare per coloro che vivono nel Sud del mondo, le conseguenze dei crimini dell’industria fossile sono un’esperienza fin troppo familiare. Spesso è proprio nelle regioni più vulnerabili del Pianeta che si verificano gli impatti più devastanti del modello di business predatorio e illecito dell’industria fossile, come dimostrano alcuni dei casi raccolti in questo nuovo dossier e che coinvolgono Paesi come Nigeria, Camerun e Sudan

Non possiamo ignorare, infine, il ruolo dell’industria dei combustibili fossili nell’aggravare la crisi climatica. Un terzo delle emissioni globali di carbonio può essere attribuito a venti aziende del gas, del carbone e del petrolio, e le emissioni da combustibili fossili sono la prima causa del riscaldamento globale. Se vogliamo avere qualche possibilità di limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C, dobbiamo agire immediatamente e porre fine a queste attività distruttive per il clima, fermando tutti i nuovi progetti di sfruttamento delle fonti fossili e interrompendo immediatamente la produzione di petrolio, gas e carbone.

A livello globale migliaia di persone, la comunità scientifica, nuovi movimenti e organizzazioni ambientaliste come Greenpeace sono impegnate in una necessaria e inevitabile resistenza contro l’industria dei combustibili fossili, che ci sta portando sempre più a fondo nell’abisso della crisi climatica, causando morte e distruzione in tutto il mondo.

Il nostro impegno non verrà mai meno, ma abbiamo bisogno anche della tua voce. Per un mondo verde e di pace, abbiamo bisogno di giustizia climatica. Fermiamo insieme i crimini dell’industria fossile contro l’umanità e il clima.