I big della finanza investono 1.400 miliardi di dollari nell’industria fossile

Greenpeace Climate activists during the World Economic Forum Annual Meeting in Davos, 22. Januar 2019.

Le banche, i fondi pensione e le assicurazioni riuniti a Davos per l’incontro annuale del Forum economico mondiale sono colpevoli per l’emergenza climatica: abbiamo infatti scoperto che questi colossi sono esposti finanziariamente con le aziende di combustibili fossili, principali colpevoli della crisi climatica in atto, per un valore di 1.400 miliardi di dollari. Abbiamo reso pubblici i dati che lo dimostrano nel nostro nuovo rapporto “It’s the finance sector, stupid”.

Continuare a sostenere l’industria dei combustibili fossili con questi investimenti vuol dire di fatto tradire, da un punto di vista economico e ambientale, l’obiettivo del Forum economico mondiale di “migliorare lo stato del mondo”. Insomma, dire di voler salvare il Pianeta e invece ucciderlo per fare profitti è semplicemente da ipocriti.

Se un settore non è assicurabile, non è neppure finanziabile

Le banche e gli istituti finanziari non sono gli unici attori coinvolti nel nostro rapporto.

A Davos sono presenti anche le cinque compagnie assicurative con i maggiori investimenti a copertura di impianti e infrastrutture legate al carbone, il peggior combustibile fossile.

AIG, ad esempio, è considerata la peggiore compagnia nel settore assicurativo, dato il suo supporto a un nuovo progetto condotto in Australia dal gigante del carbone Adani, nel cui finanziamento è in parte coinvolta anche la banca italiana Intesa Sanpaolo.

Nel rapporto e la pagina web dedicata sveliamo, inoltre, il ruolo dei lobbisti e delle imprese di pubbliche relazioni, che lavorano per conto di questi attori della finanza globale e dell’industria fossile contro gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

1.400 miliardi: quanto l’intero patrimonio di 3.8 miliardi di persone

Il nostro rapporto parla chiaro! Nel periodo che va dalla firma dell’accordo di Parigi al 2018, il valore dei finanziamenti di 24 banche presenti a Davos nell’industria dei combustibili fossili è pari a 1.400 miliardi di dollari.

Per capire il valore di questa cifra, basta pensare che essa equivale all’intero patrimonio detenuto da ben 3,8 miliardi di persone più povere del Pianeta nel 2018.

Non abbiamo più tempo da perdere con chiacchiere e falsi annunci. I decisori politici e le autorità che regolano il settore devono mettersi all’opera prima che sia troppo tardi. Gli attori della finanza mondiale devono cambiare atteggiamento e smettere di comportarsi come se tutto andasse bene, perché non è così. Siamo in emergenza climatica e non ci sarà nessuna economia su un Pianeta morto!