«L’Italia non dovrebbe definirsi “soddisfatta” delle trattative che aprono la strada all’accordo UE-Mercosur, in discussione da oltre vent’anni e mai ratificato a causa di problemi strutturali profondi e irrisolti. Oggi come allora, l’intesa rischia di svendere l’agricoltura europea, colpire i Popoli Indigeni e le comunità contadine nei Paesi del Mercosur, e compromettere ecosistemi vitali come l’Amazzonia, aggravando la crisi climatica». Così Greenpeace commenta la notizia secondo cui il governo italiano sarebbe pronto a dare il via libera all’accordo commerciale che è stato presentato oggi in Commissione europea a Bruxelles.

Mentre la Commissione europea esalta le opportunità di esportazione per automobili e pesticidi favorite dall’accordo UE-Mercosur, secondo l’organizzazione ambientalista la sua adozione esporrebbe l’Europa a massicce importazioni di carne prodotta con ormoni e antibiotici vietati, nonché proveniente da aree ad altissimo rischio di deforestazione. 

«Non si tratta soltanto di concorrenza sleale per gli agricoltori europei: questo accordo legittima un modello produttivo che danneggia le foreste, le comunità locali e la salute dei cittadini», spiega Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia. «L’intesa rappresenta un partenariato pericoloso, destinato ad alimentare deforestazione, violazioni dei diritti umani ed emissioni climalteranti. Se il governo Meloni volesse realmente difendere l’interesse pubblico e il settore agricolo, dovrebbe opporsi con fermezza all’accordo e chiedere che l’Europa investa nell’agroecologia e in una transizione agricola sostenibile».

L’idea che questo accordo commerciale possa avvicinare l’Europa e l’America Latina può sembrare rassicurante in un mondo incerto come quello di oggi. La realtà, però, è che la foresta amazzonica è già pericolosamente vicina al collasso, e questa intesa rischia di accelerare il punto di non ritorno climatico, favorendo l’agricoltura industriale e arricchendo settori che basano il profitto su modelli predatori, come JBS, la più grande azienda produttrice di carne al mondo.

Anche per questo, sottolinea ancora Greenpeace, il governo Meloni dovrebbe impegnarsi affinché il Regolamento europeo per evitare l’importazione di prodotti legati alla distruzione delle foreste (EUDR) entri effettivamente in vigore a fine dicembre 2025: l’EUDR è infatti uno strumento essenziale per proteggere la natura e il clima, e andrebbe applicato in modo rigoroso, non smantellato per favorire i profitti di pochi grandi gruppi industriali.