
Si sono conclusi pochi giorni fa i monitoraggi di Greenpeace Italia nei fondali dell’area marina protetta (AMP) di Torre Guaceto, per valutare lo stato di salute di Posidonia oceanica e del coralligeno, tra gli habitat con il più elevato grado di biodiversità di tutto il mar Mediterraneo. Insieme ai partner scientifici del DISTAV dell’Università di Genova, Greenpeace si è immersa in due aree oggetto di una proposta di nuova zonizzazione per aumentare il grado di superficie dell’area marina protetta.
L’AMP di Torre Guaceto è una delle aree partner del progetto AMPower, nato dalla collaborazione tra Greenpeace e Blue Marine Foundation per sostenere i progetti di ampliamento delle aree marine protette in Italia e promuovere dei regolamenti per una corretta gestione dei siti della rete europea Natura 2000 e la tutela degli habitat e delle specie presenti in queste aree. L’obiettivo del progetto è contribuire alla protezione del 30% dei mari italiani entro il 2030, con almeno il 10% soggetto a misure di protezione rigorose.
“Nonostante sia stata rilevata la presenza di sostituti di Posidonia oceanica sulle aree di prateria degradata, come ad esempio l’alga aliena Caulerpa cylindracea, le praterie di Posidonia si presentano estese, dense e in buona salute nelle aree monitorate”, dichiara Monica Montefalcone, professoressa di ecologia del DISTAV dell’Università di Genova. “Sono numerose le formazioni rocciose caratterizzate dalla presenza di biocostruzioni coralligene, ben strutturate e con alti livelli di biodiversità associate. Per tale motivo è estremamente necessario sviluppare strategie di gestione mirate alla conservazione di questi habitat”.
“Le immersioni nell’AMP di Torre Guaceto hanno confermato la presenza di habitat sani, risultato di anni di conservazione e di misure di mitigazione degli impatti antropici messe in pratica grazie a un’efficace regolamento. Questo successo conferma l’importanza di una gestione accurata a lungo termine che coinvolga anche le comunità locali”, dichiara Valentina Di Miccoli della campagna Mare di Greenpeace Italia. “Le nuove zonizzazioni all’interno di aree già protette da diversi anni sono di estrema importanza per rafforzare le misure di mitigazione e applicare le giuste regole nelle aree a maggiore biodiversità”.
Le testimonianze dei pescatori locali raccolte da Greenpeace dimostrano l’importanza dell’area marina protetta per la ricostituzione degli habitat e degli stock ittici. Sono loro stessi a raccontare i vantaggi dell’istituzione dell’AMP, inizialmente temuta, e che invece ha permesso loro di pescare pesce più grande e di qualità, garantendo ricavi maggiori. Lo conferma il direttore dell’AMP di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella, parlando di un processo lungo e laborioso di cooperazione, che negli anni ha portato a ottimi risultati, tanto che ora gli stessi pescatori chiedono un ampliamento dell’AMP e una nuova zonizzazione. L’unica nota dolente nell’area resta la pesca di frodo, ancora difficile da contrastare.
“I monitoraggi di Greenpeace confermano i risultati raggiunti dall’Istituzione del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto dal 2000 a oggi. Ma tanto ancora si può fare”, dichiara il direttore Ciccolella. “Stiamo lavorando con il Ministero dell’Ambiente per ottenere l’ampliamento del perimetro dell’area marina protetta e, al suo interno, la creazione di una nuova zona A, riserva integrale, in cui quindi sarà vietata ogni tipo di attività umana diversa dalla ricerca scientifica autorizzata, e una nuova zona B, nella quale saranno consentite solo attività non impattanti. Attendiamo che il ministero ci dia il via libera, intanto proseguiamo con l’impegno di sempre e ringraziamo chi come DISTAV, Greenpeace e Blue Marine Foundation sostiene la nostra azione”.
Il progetto AMPower prevede anche una serie di incontri per facilitare il confronto e la collaborazione tra gli enti preposti alla tutela del mare e gli attori sociali ed economici delle comunità locali, per incentivare un dialogo che conduca a una linea comune per la gestione del nostro patrimonio marino.
Leggi la relazione preliminare sui monitoraggi QUI.